In Evidenza ENISiriaUSA
TECNOLOGIABambiniInstagramPedofiliaPedopornografiaSocial mediaViolenza sessuale

«Instagram è il social preferito dai pedofili per contenuti sessuali e l’algoritmo li aiuta» – L’inchiesta del Wsj

08 Giugno 2023 - 09:42 Redazione
Instagram
Instagram
L'analisi dei ricercatori della Stanford University rivela come funzionano le reti che vendono contenuti pedopornografici

Instagram è il social più utilizzato dalle reti di pedofili per promuovere e vendere contenuti che mostrano violenze sessuali su minori. A rivelarlo è un’inchiesta del Wall Street Journal e dei ricercatori della Stanford University e dell’Università del Massachusetts Amherst. Che su internet circolano contenuti pedopornografici è cosa nota. Ma la piattaforma di Meta li promuove tramite i suoi algoritmi: «Instagram è attualmente la piattaforma più importante per queste reti a causa di funzionalità come algoritmi di raccomandazione dei contenuti e di messaggistica che aiutano i venditori a connettersi con gli acquirenti», spiegano gli studiosi. E hanno scoperto come alcune pagine propongono determinati listini di prezzi per video di bambini che si fanno del male. O immagini di minori che compiono atti sessuali con animali. In alcuni casi, i piccoli vengono messi proprio in vendita per incontri di persona.

Come funzionano i profili

Secondo il WSJ, una semplice ricerca di parole chiave come #pedowhore o #preteensex porta ad account che utilizzano questi termini per pubblicizzare contenuti che mostrano abusi sessuali su minori. Emerge poi che in molti casi i profili fanno spesso finta di essere gestiti dai bambini stessi. E usano pseudonimi apertamente sessuali con parole come «Piccola puttana per te».

Il Wsj ha aperto un account di prova per la ricerca ed è stato «inondato di contenuti che sessualizzano i bambini» dopo aver cliccato su alcuni contenuti simili. Instagram è inoltre regolarmente accusato da associazioni e diverse autorità di non proteggere sufficientemente i bambini dai rischi di molestie, dipendenza e problemi di immagine di sé. Sul tema, inoltre, diversi attivisti si battono da anni contro il cosiddetto «business dei baby influencer», ovvero i profili social di minori gestiti dai genitori.

La replica di Meta

«Lo sfruttamento dei minori è un crimine orribile. Lavoriamo con determinazione per combatterlo sia dentro che fuori le nostre piattaforme, e per sostenere le forze dell’ordine nei loro sforzi per arrestare e perseguire i criminali che ne sono responsabili», così un portavoce di Meta replica alla diffusione dell’inchiesta. «Gli adescatori cambiano costantemente le loro tattiche ed è per questo che abbiamo adottato politiche e tecnologie rigorose per impedire loro di individuare gli adolescenti sulle nostre app e interagire con loro», prosegue. Inoltre, fanno sapere di avere un team di specializzati che hanno l’obiettivo di comprendere come evolvono i comportamenti degli adescatori, così da poter eliminare le reti abusive. «Tra il 2020 e il 2022 questi team ne hanno smantellate 27 e a gennaio 2023 abbiamo disattivato più di 490.000 account per violazione delle nostre politiche di sicurezza dei minori», aggiungono sostenendo che continueranno a fare «cercare di proteggere gli adolescenti e ostacolare i criminali».

Leggi anche:

Articoli di TECNOLOGIA più letti