Come sta Papa Francesco dopo la laparotomia: «Ha reagito bene, è vigile e cosciente»

Secondo i medici il laparocele causava a Bergoglio una sindrome subocclusiva intestinale dolorosa ingravescente

Papa Francesco ha trascorso una notte tranquilla al Policlinico Gemelli. Ieri Jorge Mario Bergoglio ha subito una laparotomia. Ovvero l’intervento chirurgico di tre ore all’intestino in anestesia generale, «senza complicazioni». Ad operare l’équipe guidata dal professor Sergio Alfieri. Dallo staff del Policlinico universitario trapela che la situazione è tranquilla. Non ci sono altre novità dopo quelle già comunicate ieri sera. Il Pontefice ha reagito bene all’intervento chirurgico, era vigile e cosciente e non mancava anche di “fare battute”. Il decorso post-operatorio, al momento, procede come previsto. Il laparocele causava al Santo Padre da alcuni mesi una sindrome subocclusiva intestinale dolorosa ingravescente.


Sindrome subocclusiva intestinale

Nel bollettino di ieri si specificava che nel corso dell’intervento chirurgico sono state riscontrate delle tenaci aderenze tra alcune anse intestinali medio-tenuali parzialmente conglobate ed il peritoneo parietale che causavano la sintomatologia sopra menzionata. «Si è proceduto pertanto alla liberazione delle aderenze (cicatrici interne) con sbrigliamento completo di tutta la matassa tenuale. È stata quindi eseguita la riparazione del difetto erniario mediante una plastica della parete addominale con l’ausilio di una rete protesica. L’intervento chirurgico e l’anestesia generale si sono svolte senza complicazioni. Il Santo Padre ha reagito bene all’intervento chirurgico».


Le condizioni del Pontefice

Massimo Antonelli, direttore dell’Unità operativa complessa Anestesia , Rianimazione, Terapia Intensiva e Tossicologia Clinica del Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs, ha parlato con l’AdnKronos delle condizioni del Pontefice. «Alla domanda se sentisse dolore a seguito dell’intervento, il Santo Padre ha risposto più con cenni della testa che con le parole, rassicurando tutti noi che stava bene e che non provava alcun dolore fisico. Sono state queste le prime battute che abbiamo scambiato con Papa Francesco poco dopo il suo trasferimento nell’appartamento riservato al Pontefice nel Reparto Solventi», ha spiegato Antonelli.

La terapia intensiva

La stanza del Pontefice è dotata anche di una vera e propria terapia intensiva. «È così da quando fu allestita nel 2005, in occasione dell’ultimo intervento chirurgico a cui venne sottoposto Papa Giovanni Paolo II», conclude Antonelli.

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