Torino, registra una minore che fa sesso nel bagno di una discoteca: ora rischia 12 anni di carcere

Ma lui sostiene di non averlo visto e di essere stato costretto a condividerlo

Un interprete di lingua araba di 30 anni è a processo a Torino e rischia 12 anni di carcere. È accusato di aver registrato il filmato di una minorenne mentre aveva un rapporto sessuale in un bagno di una discoteca con un maggiorenne. L’accusa del pm Marco Sanini è creazione e divulgazione di materiale pedopornografico. «Non sapevo cosa stesse accadendo nella toilette», ha detto ieri davanti al giudice. I fatti risalgono a poco prima della mezzanotte del 14 febbraio 2015. «Ho passato un inferno. Ora voglio solo guardare avanti, ma quello che mi dispiace tanto è che in tutti questi anni nessuno mi abbia mai chiesto scusa, nemmeno i due ragazzi che hanno diffuso il video (che sono già stati processati e condannati a 8 mesi, ndr)», dice la vittima.


«Non mi sono accorto di niente»

La storia la racconta l’edizione torinese di Repubblica. «Ero entrato in discoteca alle 22 insieme ad alcuni amici. Eravamo stati invitati da un gruppo di Brescia che suonava un concerto quella sera e che conoscevo perché giocavamo insieme a pallacanestro», ha detto lui al giudice. L’imputato è infatti molto alto: «C’era un grande frastuono e tanta gente. Io mi ero recato in bagno, avevo una toilette a sinistra e una a destra. Entrambe avevano una feritoia in basso e una più ampia in alto per far passare l’aria. In quella accanto c’era un ragazzo che stava vomitando. Io volevo quindi capire cosa stesse accadendo nell’altra per sincerarmi che anche lì non ci fosse nessuno che stesse male. Essendo molto alto, mi è bastato tirare su il braccio e riprendere con il mio cellulare. Non sapevo chi ci fosse all’interno e cosa stessero facendo».


«Mi hanno costretto a condividerlo»

A quel punto, sostiene, qualcuno l’ha costretto a condividerlo: «Non sapevo chi fosse. Ma ha cominciato a tirarmi per il braccio in modo insistente e voleva a tutti i costi che gli girassi il filmato che non avevo nemmeno ancora visto» ha spiegato l’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Lopedote. «Io mi sono lasciato trascinare, perché era veramente fastidioso. Tanto che gliel’ho condiviso via bluetooth. Perché così non avrebbe avuto il mio numero. Mentre partiva la condivisione il video veniva riprodotto e solo allora mi sono accorto della scena ripresa».

La pagina Facebook

L’imputato ha ammesso di averlo a sua volta condiviso in una chat con due ragazzi che però non l’hanno fatto girare. Il filmato, sulla pagina Facebook “I bagni della discoteca del Loud”, ha avuto oltre 3 mila condivisioni. Lui è stato taggato con nome e cognome. ««Non conoscevo nessuno, non sapevo che lei fosse minorenne. Ho sentito che ha detto che non ha mai ricevuto scuse. Questoon significa che io in questi 8 anni non mi sia reso conto dell’accaduto e non sia dispiaciuto», ha concluso.

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