Acconto Imu in scadenza, tutte le regole su prime case, terreni e zone alluvionate

Confermata l’esenzione sulle prime case, ad eccezione delle abitazioni «di pregio». Nelle zone colpite dalle alluvioni pagamenti sospesi fino a novembre

La scadenza per l’acconto Imu – fissata per il 16 giugno – si avvicina e gli italiani dovranno versare complessivamente una cifra che si aggira sugli 11 miliardi di euro. Tra le novità di quest’anno c’è il passaggio al “metodo storico”, che prevede una fotografia della situazione del primo semestre del 2023 ma con le aliquote e le detrazioni fiscali deliberate dal comune di residenza nel 2022. È confermata l’esenzione del pagamento Imu per le prime case, intese come quelle abitazioni in cui «il soggetto passivo e i componenti del suo nucleo familiare risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente». Niente esenzione per le cosiddette «prime case di pregio», che rientrano nelle categorie A/1, A/8 e A/9. In caso di coniugi che risiedono in case diverse, entrambi hanno diritto all’esenzione del pagamento Imu per l’abitazione principale, a patto che la casa in questione sia la loro residenza e dimora effettiva.


Terreni, case occupate e comproprietà

L’acconto Imu non riguarda solo le abitazioni, ma anche i terreni, ad eccezione di quelli montani e collinari oppure gestiti da coltivatori e imprenditori agricoli. Nel caso degli immobili che sono stati occupati abusivamente, il proprietario non dovrà versare alcun importo. Per ottenere l’esenzione dovrà però aver sporto denuncia o aver iniziato un’azione penale. Per quanto riguarda le proprietà intestate a più di un soggetto, ogni comproprietario è tenuto a pagare la propria parte, a meno che il comune preveda una procedura specifica che consenta a uno solo di pagare per tutti. La legge fissa inoltre un importo minimo di 12 euro al di sotto del quale non è obbligatorio versare l’acconto Imu. Ogni comune può però fissare un importo più basso.


Le zone alluvionate

Discorso a parte per le zone alluvionate di Emilia-Romagna, Marche e Toscana. In questo caso, il governo ha adottato un decreto legge che elenca una serie di comuni – a partire da Ravenna, Forlì, Cesena, Pesaro e Urbino – in cui il pagamento dell’Imu è sospeso fino al 20 novembre 2023. Per quanto riguarda i «fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili» le regole prevedono una riduzione del 50% dell’imponibile, a patto che l’inagibilità sia certificata dall’ufficio tecnico comunale con una perizia a carico del proprietario. L’esenzione fino a fine 2023 riguarda non sono gli immobili inagibili delle zone alluvionate ma anche quelli che sono stati oggetto di ordinanza di sgombero nelle zone colpite dai terremoti in Emilia del 2012 o del centro Italia del 2016.

Credits foto: ANSA/Emanuele Valeri | Case e strade allagate a Conselice (Ravenna), 27 maggio 2023

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