Kata scomparsa a Firenze, ispezioni nel palazzo accanto all’ex albergo con i vigili del fuoco: «Esito negativo»

Gli inquirenti hanno concentrato le ricerche soprattutto in alcuni appartamenti e in box nell’edificio accanto a quello in cui viveva la piccola con la famiglia

Si sono concluse con «esito negativo» le ispezioni sul caso di Kataleya Alvarez, chiamata Kata, la bambina di cinque anni scomparsa sabato scorso a Firenze. Oltre 20 carabinieri sono arrivati poco prima delle 17:30 in via Boccherini e sono entrati nel condominio al civico 34, a fianco del palazzo occupato dove vive la famiglia della bambina. I militari, in divisa e in borghese hanno raggiunto i piani superiori dello stabile e anche il cortile. Un militare ha suonato a un nominativo tra i 19 pulsanti e ha annunciato di dover notificare un atto di perquisizione. Alle 18.40 circa si sono aggiunti anche i Vigili del fuoco. Le ricerche si sono concentrate in particolare nei garage vicini all’ex hotel Astor. Altri pompieri sono entrati nel portone al civico 34 di via Boccherini e, attrezzati con pié di porco e altri strumenti, cercano di aprire la porta di un appartamento dello stabile.


Lo zio e il fratellino sentiti in procura

Lo zio e il fratellino della bambina sono stati convocati dal pm Christine Von Borries in giornata come testimoni. Il bambino è stato ascoltato per circa due ore dagli inquirenti. Era accompagnato dallo zio, fratello della mamma dei due bambini. E non si esclude che non possa esser stato sentito anche lui. Al colloquio era presente anche una psicologa, mentre l’avvocatessa dell’associazione Penelope che sta supportando la famiglia, non ha presenziato all’audizione. Gli inquirenti hanno poi lasciato insieme allo zio e al bambino il palazzo di giustizia. Stamane è stata ritenuta come attendibile la segnalazione di una bambina in compagnia di una donna a bordo di un autobus, a Bologna. Immediatamente, anche in Emilia-Romagna, è stato attivato un piano di ricerche. Le indagini oramai vertono sul sequestro a scopo di estorsione, la notizia, di ieri, arriva quando entrambi i genitori hanno tentato di ingerire della candeggina. Gli inquirenti hanno acquisito un post, pubblicato da alcuni degli altri cittadini peruviani che si trovano nell’albergo occupato dal settembre scorso. «Ricordatevi che in Perù avete una famiglia», è il senso della frase in spagnolo seguita da due emoticon. La frase proviene da una famiglia di otto persone. Alcuni membri mancano attualmente all’appello nello stabile. Non solo, si sospetta un giro di racket sulle stanze occupate nel condominio. Per questo adesso, sul caso di Kata, indaga anche l’Antimafia.


Il giallo dei cartelli con sopra fisso «Sto bene»

Proprio vicino all’albergo – racconta l’agenzia Dire – lungo la linea del tram che corre lungo il torrente Mugnone sono apparsi degli strani cartelli. Fogli bianchi in A3 con scritto, tra parentesi, «sto bene». Corrono lungo la linea del tram, sono affissi anche sulla balaustra del ponte Margherita Hack. Cartelli che rilancia anche la pagina Facebook ‘Peruanos pe unidos per un solo Firenze (Peruviani uniti da una sola Firenze)‘.

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