Giustizia, l’ira di Meloni per gli attacchi di Nordio ai magistrati: «A volte si dimentica che è un ministro»

Malumori in Fratelli d’Italia per le uscite contro l’Anm del Guardasigilli. L’obiettivo era semmai dividere le procure dalle opposizioni

C’è tensione nel governo sulla gestione del dossier-giustizia, dopo il via libera giovedì sera in Cdm al progetto di riforma nel nome di Silvio Berlusconi: sembra infatti che la premier Giorgia Meloni non sia per nulla entusiasta della rapidità con cui il dibattito sia tornato al vecchio antagonismo tra magistrati e politici. Un cortocircuito di cui, scrive La Stampa, Meloni attribuirebbe la colpa anche a Carlo Nordio. Nel mirino, in particolare, l’intervento fatto ieri (17 giugno) a Taormina dal ministro della Giustizia, con il quale si è scagliato di nuovo all’attacco dei magistrati e in particolare dell’Anm. Alimentando così uno scontro aperto che Fratelli d’Italia non stava cercando, e di cui non avrebbe bisogno. Nelle intenzioni della premier, scrive Francesco Olivo, c’era semmai alimentare le divisioni tra procure e opposizione, procedendo parallelamente con la riforma della giustizia.


Obiettivo questo che per il momento non sembra esser stato raggiunto: gli stessi esponenti di centrodestra riterrebbero infatti «molto deboli» le misure contenute nel ddl illustrato giovedì scorso. Nordio, fortemente voluto da Meloni, non viene criticato apertamente. Ma dietro le quinte, uno dei massimi esponenti del partito avrebbe dichiarato che «quello che dice è una follia. Lui non si rende conto che anche quando parla a un festival è pur sempre il ministro». Così si estendono i tempi per l’iter della riforma sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, già di per sé più lungo in quanto richiede una modifica costituzionale.


Sono mesi che il partito di maggioranza conduce caute mediazioni con le diverse anime della magistratura. Dialoghi costanti che avrebbero, secondo quanto spiegano nel partito della premier, prodotto un risultato in netta controtendenza con le battaglie berlusconiane: spaccare la magistratura associata, isolando di fatto l’Anm. Un fragile equilibrio che ora rischia di venir compromesso dal Guardasigilli. Ciro Maschio, presidente della Commissione Giustizia alla Camera, di FdI, ha commentato: «In commissione abbiamo sempre mantenuto un clima di dialogo e di rispetto dei ruoli». L’incognita ora riguarda il percorso parlamentare del disegno di legge di Nordio.

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