Madame, la confessione sulla passione per la Bibbia e l’odio sui social: «Ero nei neocatecumenali. A Vicenza mi odiavano tutti»

La cantante ha raccontato il suo rapporto complicato con i social, in particolare con Twitter e i suoi primi passi nella musica, con una folgorazione giovanile per i brani religiosi ascoltati quando frequentava i neocatecumenali

Il rapporto tra Madame e i social è sempre stato tormentato, al punto che la stessa cantante al secolo Francesca Calearo ammette che avere a che fare con i follower non è affatto semplice. Ospite del podcast Tintoria con Daniele Tinti e Stefano Rapone, Madame ha poi svelato il suo insospettabile passato nel gruppo cattolico dei neocatecumenali, svelando la sua passione per la lettura della Bibbia: «Ho frequentato per qualche anno una comunità neocatecumenale – ha raccontato Madame – c’erano belle canzoni, il fondatore è spagnolo e ha riarrangiato tutti i salmi con ritmi latini… Sono dei canti incredibili, voglio sposare qualcuno, stonato, che me li canti mentre vado all’altare». A proposito dell’esperienza con i neocatecumenali, Madame aggiunge: «È un genere di ambiente difficile, in cui devi avere consapevolezza di quello che sta facendo».


I social

Non facile neanche vivere sui social, in particolare Twitter, spiega poi Madame: «C’è chi mi ama, chi mi odio, e chi mi difende da chi mi odia. È un mondo che non mi vuole. Qualsiasi cosa io dica, su Twitter c’è qualcuno che sottolinea quanto io sia una persona di merda… è un social in cui o ti amano, come succede a Tananai ed Elodie, o ti odiano, tipo me. Infatti invidio Tananai, tutti ne parlano bene, beato lui che si è preso il popolo di Twitter. Io ora mi faccio problemi anche a pubblicare la data di uscita del mio nuovo singolo».


I primi passi nella musica

A proposito degli esordi, Madame racconta dei primi passi nel mondo della musica, con i brani caricati su YouTube senza particolare successo: «Sono sempre stata abbastanza odiata a Vicenza, dai 15-16 anni ho cominciato a farmi degli amici, prima era abbastanza difficile. Anche perché diventare un rapper del tuo paese è un po’ come fare le elezioni comunali: per farlo devi proprio piacere alla tua zona». La svolta poi è arrivata con l’etichetta Sugar Music e l’incontro con la manager Paola Zukar che le apre le porte nell’ambiente musicale: «Ricordo che mi scrisse Ghali e io stavo morendo, non ci credevo. Siamo andati al bar insieme. Fare il salto è un’emozione unica».

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