Corruzione mascherine: arrestati Marcello Minenna (ex Dogane) e l’ex deputato leghista Gianluca Pini

Per gli inquirenti Pini avrebbe promesso a Minenna un ruolo nella Lega, in modo da poter contare sul sostegno del Carroccio per la riconferma all’Agenzia delle Dogane in caso di cambio di governo

Anche l’ex parlamentare della Lega Gianluca Pini, in carica dal 2006 al 2018, è stato arrestato nell’inchiesta della procura di Forlì che ha portato agli arresti domiciliari di Marcello Minenna, ex direttore dell’Agenzia delle Dogane, messo agli arresti domiciliari a seguito di un’inchiesta relativa all’approvvigionamento di mascherine durante la pandemia Covid. L’accusa è quella di corruzione. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, Pini avrebbe promesso a Minenna un ruolo nella Lega Salvini Premier, in modo da poter contare sul sostegno del Carroccio per la riconferma di ruolo di direttore dell’Agenzia delle Dogane in caso di cambio di governo. Minenna, secondo le accuse, avrebbe accettato l’offerta di Pini, garantendo in cambio uno “scudo” grazie al ruolo di funzionario pubblico, per tutelare gli interessi privati dell’ex esponente leghista. Nello specifico, «a fronte delle richieste di intervento di Pini in occasione delle importazioni di merci per il contrasto al Covid-19», l’ex direttore generale delle Dogane sarebbe intervenuto sugli uffici territoriali per risolvere svariati problemi nello sdoganamento della merce e per superare eventuali intoppi in fase di accertamento.


I provvedimenti

Minenna, attualmente ricopre l’incarico di assessore all’Ambiente e alle Partecipate, alla Programmazione unitaria e ai Progetti strategici della giunta della regione Calabria, guidata da Roberto Occhiuto. Il provvedimento è stato eseguito dalla polizia su ordine della Procura di Forlì, che ha emesso complessivamente 34 provvedimenti di custodia cautelare (carcere, domiciliari e altre misure restrittive) anche nei confronti di funzionari della Prefettura di Ravenna e dell’Ausl Romagna, oltre a disporre il sequestro in via preventiva di 63 milioni di euro. Fra le accuse rivolte a Pini quelle di aver ottenuto un appalto dall’Ausl Romagna. Le comunicazioni acquisite della procura hanno rivelato l’esistenza di legami con esponenti politici di rilievo nazionale.


Tutto nato da un sequestro di cocaina

L’inchiesta è nata da un sequestro di 28 chili di cocaina avvenuto a gennaio 2020. Dalle investigazioni è, infatti, emerso che dietro la droga sequestrata su un camion proveniente dal Belgio, c’era un imprenditore forlivese con precedenti, che lavora nel settore dell’autotrasporto. Poi le intercettazioni della procura di Forlì è uscito allo scoperto il rapporto con l’ex parlamentare Pini che – secondo l’accusa – si basava su un vero e proprio sistema di scambi di favori. L’imprenditore forlivese, per il quali si ipotizza il traffico internazionale di stupefacenti, investiva il denaro in attività apparentemente lecite. E Pini aveva creato legami in varie istituzioni.

Occhiuto riprende le deleghe

A seguito del provvedimento nei confronti di Minenna, il presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto ha dichiarato che farà sue le deleghe di Minenna: «A seguito della sospensione, automatica e prevista dalla legge, dell’assessore Marcello Minenna, ho fatto mie le sue deleghe, in modo che il lavoro della Regione possa andare avanti nelle prossime settimane senza particolari scossoni. La giustizia farà il suo corso e rispetto l’operato della magistratura, ma allo stesso tempo voglio confermare la mia fiducia a Marcello Minenna, che in questi mesi in Calabria ha svolto molto bene il proprio lavoro, in modo particolare per quanto riguarda i fondi comunitari».

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