Prigozhin invita alla rivolta armata, il Cremlino lo incrimina per terrorismo: cosa sta succedendo in Russia – I video

Difese rafforzate a Mosca, l’Fsb ha chiesto ai combattenti del gruppo Wagner di arrestare il loro comandante

In Russia sembra iniziata la resa dei conti tra Prigozhin e il Cremlino. Dopo aver accusato nuovamente il ministro della Difesa russo Shoigu e dopo aver demolito la narrazione russa sulle motivazioni che hanno spinto il Cremlino a iniziare la guerra d’invasione in Ucraina, Yevgeny Prigozhin non si è fermato. In un messaggio serale pubblicato sui suoi canali social, ha denunciato che gli accampamenti della sua compagnia sono stati colpiti da missili russi e ha quindi lanciato un appello per fermare il comando militare, invitando i soldati russi a unirsi al gruppo Wagner. Al messaggio di Prigozhin, il Cremlino ha risposto immediatamente. Prima la smentita di Shoigu sull’attacco ai mercenari, poi l’intervento del portavoce Dmitry Peskov, il quale ha dichiarato che Putin era stato «informato sulla situazione e si stanno prendendo le misure necessarie». Ed è quindi arrivato, come annunciato da Tass, l’incriminazione «per invito alla ribellione armata» da parte dell’Fsb, che chiede al capo del gruppo Wagner di «interrompere le azioni illegali». Nel frattempo sui media locali si rincorrono le voci sulla messa in stato di allerta delle forze di Mosca.


Misure di sicurezza aumentate

L’agenzia di stampa russa Tass conferma che a Mosca le misure di sicurezza sono state rafforzate. Media locali, ripresi anche da Meduza, affermano che sarebbe stato attivato il «piano Fortezza», per aumentare la sicurezza interna. Si tratta di un piano le cui implicazioni sono tenute segrete, quel che è noto è che l’ingresso e l’uscita delle strutture del ministero degli Affari interni sono bloccate e viene rafforzata la protezione dei siti e del personale più sensibile per la Federazione. La Bbc cita fonti dell’esercito russo secondo le quali la Fsb sarebbe in stato di allerta e avrebbe istituito posti di blocco sull’autostrada che collega Mosca a Rostov. Ai militari ai posti di blocco sarebbe stato dato l’ordine di aprire il fuoco in caso di minaccia.


Davanti alla Duma, sempre secondo quanto riporta Meduza, sarebbe stato segnalato il passaggio di mezzi corazzati, così come nella città di Rostov-on-Don. L’Fsb, riferisce Ria Novosti, ha rivolto un appello ai mercenari della compagnia Wagner affinché non obbediscano «agli ordini criminali e traditori di Prigozhin», e anzi prendano dei «provvedimenti per arrestarlo». Secondo il consigliere di Zelensky, Anton Gerashchenko, la colonna Wagner è già in movimento: «Ha superato i primi posti di blocco, dicono di essere diretti a Novocherkassk, dove si trova il quartier generale dell’esercito. Si sa anche che una colonna di 400 veicoli ha lasciato Millerovo in direzione di Mosca».

Il messaggio di Prigozhin

Il messaggio con il quale il Cremlino è arrivato alla resa dei conti con Prigozhin, da mesi ormai feroce critico della gestione del conflitto – ma senza mai attaccare direttamente Putin – è un lungo audio pubblicato sui canali del leader dei mercenari. «Il male portato dai vertici militari del Paese deve essere fermato», dice Prigozhin, «loro hanno dimenticato la parola “giustizia”, e noi la riporteremo. Coloro che oggi hanno distrutto i nostri ragazzi, che hanno distrutto decin e, decine di migliaia di vite di soldati russi saranno puniti. Chiedo: nessuno resista. Tutti coloro che cercheranno di resistere, li considereremo un pericolo e li distruggeremo immediatamente, compresi i posti di blocco sul nostro cammino. E così faremo con qualsiasi mezzo dell’aviazione che vedremo sopra le nostre teste. Chiunque volesse, può unirsi a noi, dobbiamo mettere fine a questo casino». Nel suo appello, Prigozhin dichiara che le sue truppe verranno dirette verso «coloro che distruggono i soldati russi», per poi «tornare in prima linea per proteggere la nostra madrepatria. La giustizia nell’esercito sarà ripristinata. E dopo di ciò, la giustizia per tutta la Russia».

La risposta del Cremlino

Il Cremlino non ha lasciato correre le minacce di Prigozhin. Il ministero della Difesa diretto da Shoigu ha smentito categoricamente le sue accuse sui presunti attacchi missilistici sugli accampamenti arretrati della compagnia. «Tutti i messaggi e i video diffusi sui social network a nome di Yevgeny Prigozhin sul presunto attacco sono una provocazione», si legge in una nota, «le forze armate della Federazione Russa continuano a svolgere missioni di combattimento sulla linea di contatto con le forze armate dell’Ucraina nell’area dell’operazione militare speciale». Ma Mosca non si è fermata alle dichiarazioni. L’Fsb, il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa, ha avviato un’indagine per rivolta armata. «Chiediamo che le azioni illegali vengano fermate immediatamente», ha comunicato il Comitato nazionale antiterrorismo in una nota in cui ha annunciato l’incriminazione nei confronti di Prigozhin.

La Bbc cita fonti dell’esercito russo secondo le quali la Fsb sarebbe in stato di allerta e avrebbe istituito posti di blocco sull’autostrada che collega Mosca a Rostov. Ai militari ai posti di blocco sarebbe stato dato l’ordine di aprire il fuoco in caso di minaccia. Media locali, ripresi anche da Meduza, affermano che sarebbe stato attivato il «piano Fortezza», per aumentare la sicurezza interna. Si tratta di un piano le cui implicazioni sono tenute segrete, quel che è noto è che l’ingresso e l’uscita delle strutture del ministero degli Affari interni sono bloccate. Davanti alla Duma, sempre secondo quanto riporta Meduza, sarebbe stato segnalato il passaggio di mezzi corazzati, così come nella città di Rostov-on-Don. Sempre l’Fsb, riferisce Ria Novosti, ha rivolto un appello ai mercenari della compagnia Wagner affinché non obbediscano «agli ordini criminali e traditori di Prigozhin», e anzi prendano dei «provvedimenti per arrestarlo». Anche il generale russo Sergei Surovikin ha esortato i militari della Wagner a fermarsi «prima che sia troppo tardi»: «Siamo dello stesso sangue, siamo guerrieri. Vi chiedo di smetterla, è necessario obbedire alla volontà e all’ordine del presidente eletto della Russia».

Kiev in attesa

Mentre Prigozhin minaccia di spostare i suoi uomini – 25mila, secondo le sue stime – dal fronte per schierarli contro i capi militari di Mosca, e mentre il Cremlino decide di incriminare il capo della compagnia di mercenari che più si è spesa per la conquista di Bakhmut, Kiev attende di capire se le accuse incrociate avranno davvero effetti sulle sorti del conflitto. Dal consigliere presidenziale ucraino Mikhailo Podolyak che annuncia tempi tumultuosi per il popolo russo, al ministero della Difesa ucraino che su Twitter commenta sibillino: «Stiamo guardando».

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