«Facevano girare le mie foto in chat, così li ho smascherati fingendomi un uomo»

La ragazza che ha denunciato i due coetanei del gruppo Telegram di Perugia racconta

Una ragazza di 21 anni ha denunciato due suoi coetanei a Perugia per revenge porn e pornografia. Secondo l’accusa i due erano amministratori di due gruppi Telegram, “Perugia Nuda” e “Perugia scambio foto chat”, nel quali facevano circolare scatti di ragazze tra cui alcune ex fidanzate.  Nel corso dell’udienza preliminare davanti al giudice Angela Avila i due hanno chiesto la messa in prova ai servizi sociali. Previa riqualificazione del danno e risarcimento. La difesa non si è opposta. Lei invece parla oggi in un’intervista a Repubblica. Nella quale racconta la sua storia dal principio: «Tre anni fa, quando facevo l’ultimo anno del liceo, un’amica mi ha detto che su Telegram giravano delle mie foto private».


Perugia Nuda e Perugia scambio foto chat

A quel punto, racconta, «con l’aiuto di due amici era riuscita a infiltrarsi in una chat, fingendosi un uomo e scoprendo quelle immagini che nel 2015 avevo mandato al mio fidanzato dell’epoca. Sono rimasta sconvolta, erano in circolazione già da cinque anni». A quel punto le due hanno creato una chat privata su Whatsapp e hanno invitato uno dei due admin. Si sono finte due ragazzi. E hanno scoperto che l’admin era «un mio coetaneo. All’epoca lo conoscevo di vista. E quando con una scusa l’abbiamo convinto a incontrarci ci siamo presentate a casa sua, una villetta sulle colline appena fuori città. Ci siamo fatte accompagnare da due nostri amici e quando ci ha viste ha capito subito cosa stava accadendo. Ed è sbiancato».


«Lui si è disperato»

La ragazza racconta che lui «si è disperato, è caduto in ginocchio, chiedeva scusa. Piangeva e ci pregava di non denunciarlo. Diceva che sua madre stava per morire. Abbiamo registrato la sua “confessione” e ci siamo fatte consegnare il suo iPhone. In quel telefonino abbiamo trovato molte altre immagini di ragazzine, tra le foto eliminate di recente e quelle nascoste. Abbiamo fotografato tutto e siamo andate a sporgere denuncia alla polizia postale». Dice che delle ragazze presenti nelle chat «alcune le ho riconosciute e le ho fatte contattare dalla polizia. C’è chi ha deciso di denunciare e chi no. In quella situazione la paura di essere giudicate è tanta».

Il percorso di psicoterapia

Invita tutti a denunciare questo tipo di fatti. Lei sta continuando un percorso di psicoterapia ma è «fiera» di sé. «Sono riuscita a finire il liceo e dal prossimo anno andrò all’università. Sogno di lavorare nel marketing della moda. La strada è ancora lunga, ma sento che sto andando nella direzione giusta».

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