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Sit-in per Emanuela Orlandi in Vaticano, il fratello Pietro: «Diddi sbaglia sulla commissione parlamentare: così nessuno potrà manovrare le indagini» – Il video

La protesta arriverà in piazza San Pietro per l'Angelus domenicale: ammessi per la prima volta le maglie a tema e gli striscioni

Torna a protestare in Vaticano Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la 15enne cittadina vaticana scomparsa nel 1983 su cui la Santa Sede e la procura di Roma hanno riaperto le indagini. A 40 anni dalla vicenda, Pietro Orlandi e diversi attivisti hanno deciso di organizzare un sit-in prima in Largo Giovanni XXIII per poi spostarsi alle 12 in piazza San Pietro per l’Angelus domenicale di papa Francesco. Dal Vaticano per l’occasione è arrivato anche il via libera all’accesso nella piazza «con maglie a tema e striscioni», una prima volta per il sistema di sicurezza vaticano. Pietro Orlandi ha detto di augurarsi che davvero la collaborazione tra inquirenti vaticani e italiani possa portare a nuovi sviluppi, ma il suo vero desiderio è che parta la commissione parlamentare: «Quella sarebbe ancora più importante, perché sarebbe una cosa veramente diversa. Nella commissione parlamentare saranno 40 le persone che ascolteranno, che interrogheranno… perché si può muovere come la magistratura. Sono 40: se qualcuno vuole controllare 30 persone, ci saranno comunque 10 che saranno libere di chiedere. E poi soprattutto le audizioni sono pubbliche, quindi è una situazione diversa da un interrogatorio fatto in procura».

La polemica con Diddi

A proposito poi delle recenti polemiche proprio tra Pietro Orlandi e il procuratore della Santa Sede Alessandro Diddi, il fratello di Emanuela aggiunge: «Mi dispiace che il Vaticano, quando Diddi è stato ascoltato ha lanciato quel segnale negativo, dicendo che la commissione parlamentare sarebbe un’interferenza. Invece di accettare l’aiuto dello Stato italiano».

«Nessuno intoccabile: neanche il Papa»

L’attesa per Pietro Orlandi è anche su un possibile intervento del Papa durante l’Angelus: «Che cosa possa dire non lo so, due parole di speranza, sono passati 40 anni dalla scomparsa di una cittadina vaticana. Che dica, mi auguro che si possa arrivare alla verità e dare giustizia a questa ragazza, queste parole cambierebbero molte situazioni». A sorprendere Pietro Orlandi è stata la grande partecipazione al sit-in di oggi, con gente arrivata anche da fuori Roma e dall’estero: «Ci sono persone da Pescara, Venezia, dalla Germania, da Taranto, Milano, Lugano, Napoli, La Spezia, Cagliari, Udine, Giulianova Viareggio, Londra e persino dalla Romania». E poi ha aggiunto: «I silenzi non servono, se dopo 40 anni siamo ancora qua è perché non solo io ma tanta gente come voi non accetta passivamente le ingiustizie». Orlandi dice di voler «chiarire alcune situazioni», soprattutto a proposito delle polemiche sollevatesi dopo le sue parole su Giovanni Paolo II: «Non dovrebbero esserci nel 2023 persone intoccabili anche perché io le persone le guardo senza l’abito che portano, senza l’abito le persone sono tutte uguali».

Foto e video di Alessandro D’Amato

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