Le parole di uno dei ragazzi nell'ordinanza di custodia cautelare: «Lui sapeva di essere ripreso dalle telecamere»
Gli youtuber del collettivo TheBordeline che erano a bordo del Suv già il giorno precedente avevano chiesto a Matteo Di Pietro «di andare più piano» con la Lamborghini. A bordo dell’auto «lui sapeva di essere ripreso ma non interagiva con la telecamera». A riferirlo una testimonianza citata nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nei confronti del ventenne accusato di omicidio stradale per la morte del piccolo Manuel. Nell’ordinanza viene citata la testimonianza di un amico. «Ero seduto sul sedile centrale posteriore della Lamborghini – ha dichiarato – non guardavo la strada perché mi stavo riprendendo con le telecamere e rivolgevo domande a chi era con me: ‘a chi piace questa macchina?’ e poi dopo avere finito ho chiesto a Matteo di andare piano». E ancora: «Ho avuto sicuramente la percezione che stessimo viaggiando ad una velocità compresa tra i 50 km orari e i 100. Ne avevo avuto la certezza una volta vista la Smart. Anche un altro ragazzo che era a bordo si era raccomandato con Matteo di andare piano sia pochi minuti prima dell’incidente, sia nei giorni precedenti. Al momento dell’incidente stavo registrando con la camera piccola mentre un altro amico stava utilizzando quella grande. Matteo sapeva di essere ripreso ma non interagiva con la telecamera».
Alice Leccioli ha 21 anni. È affetta dalla nascita da diparesi spastica. Oggi, martedì 27 giugno, è arrivata all’Ocean Live Park di Genova con il suo esoscheletro «Felicità», ricevuto in dono 4 anni fa da un’anonima, per il charity event organizzato con l’obiettivo di aiutare il reparto di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’Istituto Giannina Gaslini ad acquistare tramite una campagna di crowdfunding un esoscheletro che attualmente ha un costo di circa 200mila euro. «È come fosse una missione per me, dare la possibilità anche ad altri di poter usufruire dei benefici della riabilitazione robotica e condividere il percorso di rinascita», ha detto la ventunenne di Ferrara. Nel Waterfront di Genova, in occasione dell’arrivo di The Ocean Race, la regata velica intorno al mondo che ha compiuto 50 anni, Alice è salita per la prima volta a bordo di una barca, anzi due: la storica «New Zealand Endeavour» e sul catamarano senza barriere «Lo Spirito di Stella». L’iniziativa di solidarietà è stata accolta con favore dal direttore della UOC di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’Istituto di Genova, Paolo Moretti, che nella giornata di oggi ha accompagnato la 21enne nella sua passeggiata. «La maggior parte dei pazienti del nostro reparto presenta gravi disabilità motorie che potrebbero beneficiare dell’utilizzo di un esoscheletro. Per questo accogliamo con entusiasmo questo progetto, in quanto offrirebbe una possibilità innovativa, versatile ed efficiente a integrazione dei programmi riabilitativi del nostro reparto con ripercussioni positive globali. La riabilitazione robotica inoltre consente di interagire con l’ambiente in modo libero e sicuro con conseguente impatto anche sulla sfera cognitiva ed emotiva», ha detto Moretti.
L’esoscheletro «Felicità»
«Felicità: come la sensazione che ho provato alzandomi in piedi per la prima volta». È questa la motivazione che ha spinto Alice Leccioli a ribattezzare con il nome «Felicità», l’esoscheletro: un robot ad altissima tecnologia composto da protesi e sensori, che accompagna meccanicamente i movimenti del corpo del valore attuale di circa 200mila euro. Nel 2019 una donatrice anonima – dopo aver visto un servizio delle Iene – le regalò il gioiello della tecnologia distribuito in Italia dalla genovese Emac, e figlio delle ricerche della californiana Ekso Bionics di Richmond. «Cara Alice, ero molto tentata di venire a conoscerti. Ma per tanti motivi, primo fra tutti la mia timidezza, ho deciso che era meglio restare anonima. Una domenica per caso ero a letto con le mie figlie che hanno più o meno la tua età e abbiamo visto il bellissimo servizio di Matteo. Bellissimo soprattutto perché sei una ragazza super intelligente e di una sincerità disarmante. Ti meriti che la vita ti possa sorprendere oggi e mille altre volte ancora. Non ti stupire. Il mondo è pieno di persone che dedicano il loro tempo e le loro energie per gli altri, credimi. Il regalo lo hai fatto tu a noi», è la lettera inviata dalla donatrice alla 21enne. Tutto era nato quasi scherzo: una chiacchierata con papà Mirco, lui che scrive alle Iene, il primo servizio in tv, il test in una clinica di Lecco dove è seguita per la riabilitazione, poi la sorpresa. Da qui, la necessità per Alice di diventare una sorta di testimonial della ricerca scientifica. «L’esoscheletro è la mia felicità e può esserlo anche per tanti altri», è per farlo conoscere e trasmetterne l’importanza riabilitativa che ha deciso di portarlo in giro per le piazze d’Italia.