Usa, la Corte Suprema boccia il piano di Biden per cancellare i debiti studenteschi: «Avrebbe dovuto chiedere il via libera del Congresso»

La sentenza rischia di infliggere un brutto colpo alla campagna elettorale del presidente americano, che ora annuncia: «Interverremo con nuove misure»

La Corte Suprema statunitense ha bocciato il maxi-piano firmato da Joe Biden lo scorso anno per cancellare il debito studentesco. Il provvedimento prevedeva uno stanziamento di 400 miliardi di dollari complessivi, destinati a una platea di circa 45 milioni di americani. Negli ultimi decenni, il fenomeno dei debiti universitari negli Stati Uniti è cresciuto fino a raggiungere dimensioni preoccupanti. Stando ai dati del Dipartimento dell’Istruzione, lo studente medio si ritrova a finire il proprio ciclo di studi con un debito medio di 23mila dollari. Complessivamente, si tratta di un fenomeno che coinvolge circa 45 milioni di cittadini, che devono restituire 1.600 miliardi di dollari presi in prestito. Questa cifra, spiega il New York Times, è cresciuta soprattutto a partire dagli anni Ottanta, a causa dei forti aumenti delle rette universitarie. Se negli anni Settanta il costo medio di un anno accademico al college era di poco inferiore ai 10mila dollari, oggi l’importo medio è salito a 22.700 dollari.


Le motivazioni dei giudici

Ad agosto dello scorso anno, il presidente americano aveva ceduto alle pressioni dell’ala più progressista del suo partito firmando un provvedimento che cancellava fino a 20mila euro di debiti studenteschi a chiunque ne avesse fatto richiesta. Oggi, con sei voti a favore e tre contrari, la Corte Suprema ha deciso di bocciare il piano, puntando il dito soprattutto contro le modalità utilizzate per approvarlo. Un programma di cancellazione del debito così vasto, sostengono i 6 giudici conservatori, avrebbe dovuto ricevere l’autorizzazione del Congresso. Una motivazione che sembra non convincere i 3 giudici liberal, che accusano i loro colleghi di abusare dei propri poteri per «stroncare sul nascere le regolamentazioni più significative» messe a punto dal governo federale. Una posizione che sembra condividere anche Randi Weingarten, presidente della American Federation of Teachers: «È un attacco frontale al futuro dei più giovani – commenta la sindacalista -. Se la tua famiglia ha le possibilità e i mezzi necessari, allora potrai avere successo. Se invece fai fatica, vieni lasciata da solo».


Le conseguenze sulla campagna elettorale

La sentenza della Corte Suprema rischia di infliggere un brutto colpo alla campagna elettorale di Biden. Il suo piano di cancellazione del debito era infatti uno dei provvedimenti più apprezzati dai giovani elettori, la categoria che oggi appare più scettica nei confronti di una sua ricandidatura. Pochi minuti dopo la decisione dei nove giudici, la Casa Bianca ha fatto sapere che Biden è pronto ad annunciare nuove misure a tutela di chi ha contratto un debito studentesco e per chiarire che chiarire «ai titolari di debito e alle loro famiglie che i repubblicani sono responsabili del fatto che viene negato loro un aiuto per il quale Biden si stava battendo». Una strada su cui sembrano insistere anche altri compagni di partito. «La stessa Corte Suprema che ha ribaltato la sentenza Roe v Wade ora si rifiuta di seguire il semplice linguaggio della legge sulla cancellazione del debito studentesco», scrive su Twitter la senatrice Elizabeth Warren. «La battaglia non finisce qui – aggiunge -. Il presidente ha altri strumenti a sua disposizione e ora dovrebbe usarli».

Credits foto: EPA/Shawn Thew

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