Chi è Elena Milashina, la giornalista russa di Novaya Gazeta picchiata e ricoperta di vernice in Cecenia: «Vattene e non scrivere niente»

La reporter, da molti considerata un’erede di Anna Politkovskaya, era appena arrivata a Grozny per seguire un processo contro la madre di due attivisti

Elena Milashina, giornalista russa di Novaya Gazeta, e l’avvocato Alexander Nemov sono stati aggrediti in Cecenia dove si trovavano per seguire un processo. La reporter è stata ricoverata in ospedale con un trauma cranico e alcune dita rotta. Secondo quanto riferito da Novaya Gazeta, quotidiano investigativo indipendente, Milashina era in viaggio verso la capitale cecena Grozny dall’aeroporto locale quando è stata attaccata da diversi uomini con il volto coperto da un passamontagna. A quel punto, la giornalista è stata ricoperta di pittura verde, mentre gli assalitori le hanno rasato la testa e fratturato alcune dita delle mani. L’avvocato Alexander Nemov è stato invece pugnalato a una gamba. Arrivata in ospedale, Milashina ha raccontato l’accaduto: «Mani legate, in ginocchio, pistola puntata alla testa… Un classico rapimento, come si faceva una volta. Non se ne vedevano da tempo. Hanno immobilizzato il tassista e l’hanno buttato fuori dall’auto, sono saliti in macchina, mi hanno legato le mani, mi hanno messo in ginocchio, mi hanno puntato la pistola alla testa. Hanno fatto tutto in modo nervoso e così non sono riusciti a legarmi le mani». Gli aggressori hanno poi portato via i telefoni dei due ostaggi, chiedendo loro di sbloccarli, e hanno distrutto le attrezzature e i documenti. Infine, hanno lanciato un messaggio: «Siete avvertiti, andatevene e non scrivete niente», spiega sul suo canale Telegram la ong per i diritti umani Memorial.


L’erede di Anna Politkovskaya

Nata a Dalnergorsk nel 1978, Elena Milashina è considerata una delle più importanti giornaliste investigative russe. Nel 1997, a soli 19 anni, comincia a scrivere per la Novaya Gazeta, sotto l’occhio vigile di Anna Politkovskaya, la prestigiosa giornalista russa uccisa in circostanze misteriose nel 2005. E proprio Milashina è considerata da molti una delle principali eredi di Politkovskaya. La sua principale area di interesse professionale riguarda la corruzione e la violazione dei diritti umani in Cecenia, dove ha rivelato l’esistenza di un sistema di purghe contro gli omosessuali. Quella subita oggi nel Paese guidato da Ramzan Kadyrov non è di certo la prima aggressione ai danni della giornalista russa. Nel 2012, Milashina è stata attaccata in pieno centro a Mosca, mentre nel 2020 è stata aggredita sempre in Cecenia. Nel 2022, in seguito all’inasprimento delle leggi del Cremlino sulla libertà di stampa, Milashina e tutta la redazione della Novaya Gazeta sono stati costretti a lasciare la Russia. Oggi la giornalista si stava recando in Cecenia per seguire il processo di Zarema Musayeva, madre dell’attivista Yangulbayevs e moglie di un giudice federale. Musayeva è stata rapita dal suo appartamento a Nizhny Novgorod dalle forze dell’ordine cecene nel gennaio 2022 e portata con la forza in Cecenia. A difenderla in tribunale c’è – o avrebbe dovuto esserci – proprio l’avvocato Nemov.


Kadyrov: «Troveremo gli autori»

L’aggressione ai danni di Elena Milashina e Alexander Nemov ha scatenato una serie di reazioni internazionali. In primis, quelle del Cremlino, con il portavoce Dmitry Peskov che ha affermato: «Si tratta di un’aggressione molto grave che richiede risposte energiche». Netta anche la condanna dell’Unione europea, arrivata per bocca di Peter Stano, portavoce dell’alto rappresentante Ue Josep Borrell: «L’oltraggiosa aggressione contro la giornalista Yelena Milashina e l’avvocato Alexander Nemov a Grozny, in Cecenia, è solo l’ultimo episodio di una serie di violazioni dei diritti umani e atti di intimidazione contro la società civile in tutta la Russia». Tra le varie reazioni c’è anche quella del leader ceceno Kadyrov, che tramite il proprio canale Telegram assicura che sarà fatta giustizia: «Ce ne occuperemo. Ho dato istruzioni ai servizi competenti di fare ogni sforzo per identificare gli aggressori. Le autorità hanno iniziato il loro lavoro non appena è stato segnalato l’incidente».

Credits foto: TWITTER/Novaya Gazeta Europe

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