L’imprenditore che ha sbagliato corsia per sei mesi, rischia 14mila euro di multe: «Non pago, piuttosto il carcere»

Il racconto dell’imprenditore Federico Bacci: «La segnaletica non è chiara»

14mila euro di multe. È questo il conto salatissimo che rischia di dover pagare Federico Bacci, un imprenditore torinese di 63 anni che per sei mesi ha sbagliato corsia, impiegando quella di sinistra per proseguire dritto. Un’infrazione ripetuta nel tempo inconsapevolmente e che non è passata inosservata ai T-Red. I fatti risalgono a dicembre 2020, quando l’imprenditore ha iniziato a ricevere le prime multe a casa. «La prima l’ho pagata, l’importo era lo stesso che sarebbe servito per presentare un ricorso. Poi nel giro di un paio di giorni ne sono arrivate una seconda e ancora una terza. Ho pagato anche quelle, ma a quel punto ho deciso di chiedere informazioni e, dopo un controllo al computer, mi è stato detto che risultavano 21 multe a mio carico», racconta Bacci. Sorpreso da quanto gli è stato riferito, ha chiesto la lista completa, così da presentare un ricorso. Ma si è sentito rispondere che doveva aspettare ogni singola notifica per poter procedere. A quel punto il 63enne ha deciso di ricorrere a un giudice di pace, senza però alcun esito.


Gli ostacoli della burocrazia

«Ho messo insieme cinque o sei multe e tantissima documentazione, ma per mesi non ho più saputo nulla. Quando ho chiesto notizie mi è stato detto che mi avevano convocato e non mi ero presentato, ma non ho mai ricevuto alcuna comunicazione, probabilmente perché in quel periodo la gestione della pandemia aveva complicato la situazione», spiega l’imprenditore, citato dal Corriere della Sera. Si è rivolto al Comune di Torino, ma anche lì non ha avuto esito. E così due settimane fa ha anche scritto al prefetto.


«Preferisco andare in carcere»

L’aspetto principale che il signor Bacci contesta è che la segnaletica non sarebbe stata molto chiara «perché diversi cartelli indicano che la corsia di sinistra si può utilizzare anche per proseguire dritto». E ora l’imprenditore inizia a farsi i conti: «Se ognuna mi viene a costare settecento euro, moltiplicando per ventuno si fa in fretta ad arrivare a quattordicimila euro. Oltre alla rimozione dei punti dalla patente», spiega. Ciononostante non ha intenzione di pagare alcuna multa: «Piuttosto mi mandino in carcere o – conclude – mi facciano lavorare due anni gratis per il Comune».

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