Marcello Dell’Utri, i 30 milioni da Berlusconi nel testamento e il tumore: «In un’amicizia non contano i soldi»

L’amico racconta le inchieste per mafia e cosa farà con il denaro

Silvio non ha «comprato il suo silenzio». Quei soldi sono «un gesto d’affetto». Il fondatore di Forza Italia e condannato per mafia Marcello Dell’Utri parla con La Stampa dei soldi ricevuti dal testamento di Berlusconi. Ma rivela anche di avere un tumore. E aggiunge di aver sentito l’ex premier poco tempo prima che morisse: voleva che l’ex Publitalia avesse un ruolo nella scelta dei candidati di Forza Italia. Ma parla anche dell’inchiesta di Firenze in cui lui e l’ex Cavaliere erano indagati per le stragi del 1993. E della condanna per aver favorito Cosa Nostra. Per la quale spera nell’annullamento. Infine, l’annuncio: «Sto costituendo una grande biblioteca siciliana nella Valle dei Templi. Sarà il mio dono e anche quello del mio amico Silvio per Agrigento Capitale della Cultura 2025. Sarà pronta per quella data e quando l’inaugureremo sarà un bell’evento».


Il silenzio

Con Marta Fascina, Dell’Utri è l’unica persona non di famiglia citata nel testamento di Berlusconi. Nella sentenza della Cassazione che lo ha condannato viene citato in quanto mediatore, per aver favorito e determinato un accordo tra Berlusconi e i boss. Si parla di un accordo per la Edilnord con alcuni mafiosi tra cui Stefano Bontate. Accompagnati da Gaetano Cinà, vecchio amico di Dell’Utri. Lo stesso Dell’Utri ha invece parlato nel 2021 di Vittorio Mangano, diventato lo stalliere di Arcore e anche lui affiliato all’Onorata Società: «La sua faccia poteva tenere lontano i malintenzionati in un periodo violentissimo». Nel colloquio con Paolo Colonnello spiega che i 30 milioni sono semplicemente «l’ultimo segno tangibile di un’amicizia indissolubile». Dice che però il gesto non se l’aspettava: «Sono rimasto basito, commosso. E ancora adesso…». Il notaio Roveda lo ha avvertito ieri mattina alle 7. E dice che il legato «potrebbe essere vincolato ad alcune cose».


Trenta milioni

Poi parla del presunto prezzo del silenzio. «Sarebbe volgare ridurre un’amicizia come la nostra a un conteggio economico. A parte il fatto materiale, questa è una cosa che sancisce rispetto e valore della amicizia. Io e lui ci siamo dati tutto nell’amicizia. Lui mi ha fatto fare cose straordinarie che non avrei mai fatto se non lo avessi avuto come ispiratore, come mentore», spiega. E ammette: Berlusconi senza di lui sarebbe stato lo stesso Berlusconi: «Io invece senza di lui non sarei mai stato quello che sono». Sul fatto che i soldi servano a comprare il suo silenzio è categorico: «Tutti i balordi penseranno questo, lo so bene. Sono quelli che non capiscono nulla, che godono nel seminare il male: la verità è un’altra, e sta nei 60 anni di una amicizia vera, solida che ha superato voci e veleni di ogni tipo. In tutto questo tempo sono stato sempre un passo dietro Berlusconi e lui in cambio mi ha illuminato, mi ha dato molto».

Il tumore

Dell’Utri rivela di stare curando attualmente «un tumore abbastanza invasivo, con metastasi alle ossa e che viene dalla prostata. L’ho sviluppato quando ero in carcere ma lì non mi hanno curato. Ora mi sto sottoponendo a una cura sperimentale che cronicizza le metastasi». Parla anche della sua villa sul lago di Como che ha acquistato: «Anche quella è un storia da riscrivere. Io l’ho venduta a 21 milioni e la procura di Palermo disse che Berlusconi me l’aveva pagata a prezzo esorbitante e che valeva la metà. Aprirono perfino un procedimento. Ebbene, pensi che qualche anno dopo Berlusconi rivendette quella villa a dei russi facendosela pagare ben 28 milioni. Al punto che suddivise con me il surplus di guadagno. Questo per farle capire la sua generosità. La Procura di Palermo chiuse il procedimento di corsa».

I soldi di Fascina

E non è arrabbiato perché Fascina ha ricevuto più del triplo dei suoi soldi: «Lei è stata davvero dedita a Berlusconi in maniera impressionante, mai visto una donna così innamorata del presidente. Lui me lo diceva: lei mi ha amato come nessun altro. E poi credo che lei abbia fatto una cosa bellissima soprattutto: ha riunito una famiglia che ultimamente era un po’ distante. Lei è stata fantastica, non c’è cifra che possa ripagare questo grande afflato che lei ha costruito intorno a lui». Infine, dopo aver raccontato la richiesta dell’ex Cavaliere per lo scouting alle elezioni, dice che Antonio Tajani «andrà avanti per conto suo. Comunque se vuole una mano sa che da me potrà sempre averla. È un amico e si sta comportando bene. Anche lui era affezionato a Berlusconi. Che di lui diceva: “Tajani è uno che non sbaglia”».

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