Landini (Cgil): «Salario minimo? 9 euro l’ora sono solo l’inizio. L’obiettivo è cancellare i contratti precari»

Il sindacalista difende i giudici dall’attacco di Palazzo Chigi e via Arenula

Per il segretario della Cgil Maurizio Landini la proposta di legge sul salario minimo a 9 euro l’ora è soltanto l’inizio. E il suo sindacato si impegna a lottare contro la precarietà. Mentre il governo Meloni non può risolvere tutto con il taglio del cuneo. L’obiettivo finale del sindacato, sostiene in un’intervista a Repubblica, è cancellare tutti i contratti precari. E nel colloquio con Valentina Conte il sindacalista stigmatizza anche l’attacco ai giudici di Palazzo Chigi e del ministero della giustizia.


Un passo avanti

«Il salario minimo orario legale deve essere parte di un intervento legislativo che dà valore generale ai contratti nazionali per tutti, in tutti i settori e per tutti i lavoratori, autonomi inclusi», esordisce Landini. Con queste condizioni, dice, la proposta delle opposizioni è «uno strumento, un passo avanti». Mentre il governo, dice ancora, «non pensi di risolvere l’emergenza dei salari più bassi d’Europa solo con il taglio del cuneo o inventandosi gabbie salariali. È il momento di applicare la Costituzione. Con una legge che misuri la rappresentanza e assegni i diritti ai lavoratori di votare gli accordi che li riguardano ed estenda erga omnes i contratti nazionali. Nei contratti non c’è solo il trattamento economico minimo».


Tredicesima, maternità, ferie

Ma ci sono anche «Tredicesima, maternità, ferie, malattia, infortuni, welfare. Il salario minimo orario è utile. Ma l’obiettivo finale è più ampio. Ovvero cancellare i contratti pirata e i contratti di lavoro precari». Rispetto alla posizione di Meloni, invece, «se la premier crede nella contrattazione, perché non ha messo un euro per rinnovare i contratti pubblici? Perché contrappone i benefici fiscali al rinnovo dei contratti? Anziché applicare la Costituzione per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini, continua ogni giorno a volerla cambiare: prima con le proposte per l’autonomia differenziata e il presidenzialismo. Ora con un attacco violento e inaccettabile alla magistratura di berlusconiana memoria. È una ragione in più per scendere in piazza il 30 settembre».

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