La risposta del Vaticano alle accuse della famiglia Orlandi: «Anche noi vogliamo la verità, senza escludere ipotesi»

La Santa Sede dichiara che non è stato violato il segreto in Confessione, a proposito delle presunte avances dello zio di Natalina Orlandi a sua nipote

Dal Vaticano arriva una risposta agli attacchi lanciati da Pietro Orlandi, il giorno dopo la conferenza stampa convocata dai famigliari di Emanuela Orlandi, la 15enne scomparsa nel 1983. A proposito delle rivelazioni fatte dal TgLa7 sulle presunte molestie di Mario Meneguzzi nei confronti di sua nipote Natalina Orlandi, il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, assicura che «la corrispondenza in questione indica espressamente che non vi è stata alcuna violazione del sigillo sacramentale della Confessione». A lanciare l’accusa che fosse stato violato il segreto era stato Pietro Orlandi, che assieme a sua sorella Natalina avevano ricostruito la vicenda. Natalina in particolare ha spiegato che di quelle «avances verbali» fatte da suo zio quando lei aveva 21 anni nel 1978 ne aveva parlato solo con il suo fidanzato dell’epoca, poi diventato suo marito, e con il suo confessore.


Pietro Orlandi ha poi accusato le autorità vaticane che sono tornate a indagare sulla scomparsa della sorella di voler trovare «una verità di comodo», facendo riemergere quella vicenda tra suo zio e sua sorella. Orlandi aveva anche sollevato sospetti sui tempi della riapertura dell’indagine, in particolare su un interrogatorio fatto all’ex agende dei servizi Gangi, che sarebbe avvenuto prima della sua morte, a ottobre 2022. Un dettaglio su cui dal Vaticano rispondono ribadendo che «il 19 aprile scorso i magistrati hanno consegnato riservatamente all’Italia, coperta dal segreto istruttorio, la documentazione disponibile relativa al caso, inclusa quella raccolta nei mesi precedenti nel corso dell’attività istruttoria». All’accusa di Pietro Orlandi che ha dato: «Il Vaticano sta cercando di scaricare ogni responsabilità su altri, addirittura sulla stessa famiglia Orlandi», la Santa Sede risponde con una frase lapidaria che «condivide il desiderio della famiglia di arrivare alla verità sui fatti e, a tale fine, auspica che tutte le ipotesi di indagine siano esplorate».


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