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Marco Ferradini e Teorema: «Ma è mia anche la voce che dice “Alabarda Spaziale” nella sigla di Ufo Robot»

12 Luglio 2023 - 07:37 Redazione
marco ferradini teorema ufo robot
marco ferradini teorema ufo robot
Il cantante racconta la genesi della canzone. E come la prese la ragazza a cui era dedicata

Marco Ferradini, autore e interprete di “Teorema”, oggi fa tournée insieme alla figlia Marta. La canzone scritta con Herbert Pagani è stata il suo grande successo. E oggi racconta al Corriere della Sera la genesi del pezzo e la sua carriera. Ricordando che c’è la sua voce nelle sigle dei cartoni animati Ufo Robot e Mazinga. Nel colloquio con Alessandra Arachi rivela che è proprio la donna a cui ha dedicato la canzone che l’ha trattato male. Lei si chiama Teresa e lui le ha fatto sentire la canzone appena uscita. La risposta è stata sintetica: «Sei uno stronzo». Dopo 42 anni non la sente più: «Era il 1981, è un pezzo che continua a rimbalzare. Ogni tanto… hop… e torna su. Prima con il film di Aldo, Giovanni e Giacomo. Ora la cantano in chiave pop Fiorello e Giorgia. A me non piace la chiave pop, sono affezionato all’originale».

L’originale

Il pezzo è nato «durante un week end in montagna con il grande Herberth Pagani. Ne abbiamo scritte quattro di canzoni, un concept album che racconta il mio travaglio sentimentale: “Schiavo senza catene”, “Questa sera”, “Week end” e poi l’utima…». Secondo lui piace perché «la gente si identifica, siamo fatti tutti allo stesso modo. Diamo per scontato un amore infinito, invece quando c’è qualcuno che non ci degna di uno sguardo siamo attratti, vorremmo conquistarlo. È una questione di bassa psicologia. E poi conta il periodo». Ovvero i primi anni Ottanta: «C’erano gli strascichi degli anni della contestazione, gli uomini non potevano raccontare i propri sentimenti, dovevano fare la rivoluzione. Capiamo: io sono un ex-sessantottino, un hippie. Ma ho trovato il coraggio di raccontare me stesso, i miei sentimenti. Ecco il successo: la gente era stufa di concetti finti, pugnetti alzati, slogan vuoti. L’hanno accolta come una liberazione dall’oppressione ideologica».

Il cult dei camionisti

Ferradini dice che ha scritto anche “Lupo Solitario”, canzone diventata poi cult tra i camionisti: «Parla di chi viaggia di notte per portare la musica». In seguito ha fatto anche l’insegnante: «Avevo a che fare con ragazzi con tanta voglia di fare musica e nessuna capacità per farla nascere. A me serviva inoculare il germe, come quando dai un pallone ad un bambino». Ultimamente ha scritto anche un libro: «Il teorema del lupo solitario». Ma ricorda le sigle dei cartoni animati: «Tutte quelle degli anni Ottanta». Ovvero: «Tex Willer, Daitarn3, Mazinga, Ufo Robot». Dove faceva il vocalist: «A un certo punto di Ufo Robot si sente dire: “Lame Rotanti”, “Alabarda spaziali”. Bene quella è la mia voce». Si divertiva? «Tantissimo. Un mestiere che creava fratellanza fra tutti i vocalist . Teniamo presente che le sigle di queste canzoni le ha scritte un artista del calibro di Vince Tempera. Questo è successo dopo Teorema».

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