La sim di Leonardo La Russa intestata al padre, il contenuto resta segreto. Interrogato un socio della discoteca

La Squadra mobile ha acquisito le copie dei telefoni della presunta vittima e di tre amiche, ma non del 19enne indagato per la presunta violenza sessuale

Uno dei titolari della discoteca Apophis è stato interrogato dagli agenti della Squadra mobile nell’inchiesta sulla presunta violenza sessuale ai danni di una 22enne che ha denunciato Leonardo La Russa. L’inchiesta prosegue con la raccolta delle testimonianze delle varie persone presenti quella sera nel locale esclusivo di Milano, dopo che la procura aveva sentito la presunta vittima e alcune amiche. Le audizioni delle persone informate sui fatti portate avanti dalla pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Mannella proseguiranno con gli altri soci del locale e altri presenti la sera in cui la ragazza ha raccontato di aver perso il controllo di sé dopo aver bevuto un drink che, secondo un’amica, le avrebbe offerto La Russa jr.


I backup dei cellulari

La procura punta a recuperare anche le immagini delle telecamere di sorveglianza, sia all’interno che all’esterno. Ma secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il lavoro degli inquirenti in questo caso si sta complicando perché le immagini restano memorizzate fino alle 24 ore successive. Gli agenti della Squadra mobile hanno anche acquisito i backup dei contenuti dei telefonini, sia della presunta vittima, che di tre sue amiche che sono citate nella sua denuncia, depositata lo scorso 29 giugno. Non sarebbe invece stato possibile accedere al telefonino del figlio del presidente del Senato, perché la sim nello smartphone del 19enne sarebbe intestata proprio a Ignazio La Russa, quindi protetta dall’immunità parlamentare. Secondo il Corriere, nel telefonino non dovrebbero esserci conversazioni tra Leonardo La Russa e la 22enne che lo ha denunciato, perché il ragazzo non aveva il suo numero. Un tentativo di contatto ci sarebbe stato solo il giorno dopo la presunta violenza, quando La Russa jr aveva provato a contattare la ragazza su Instagram, senza ricevere risposta. Resta ancora da capire se la procura insisterà nel cercare di accedere al contenuto di quel telefonino, in cui potrebbero esserci elementi utili a ricostruire i momenti precedenti la serata e quelli successivi.


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