Il sonnifero nella cena per poi strangolare la madre, condannata a 20 anni la 17enne che ha ucciso Teresa Spanò

Il gup ha deciso il massimo della pena possibile per un minore

È stata condannata a 20 anni di carcere la 17enne accusata di aver avvelenato e strangolato fino a uccidere la madre, Teresa Spanò, nella notte tra l’1 e il 2 gennaio scorsi a Bagheria. Il gup del tribunale dei minorenni di Palermo ha condannato la ragazza a 30 anni, il massimo della pena per un minore, ridotta a 20 con il rito abbreviato. Spanò, un’insegnante di 55 anni, era stata stordita con un sonnifero mischiato nel purè di patate e poi strangolata dalla figlia, che subito dopo infierì sul corpo con diverse coltellate. Gli inquirenti avevano accertato che la ragazza aveva già tentato in precedenza di avvelenare la madre, che si salvò dopo essere finita in ospedale per la forte intossicazione. Dopo l’omicidio la ragazza era stata affidata a una comunità protetta, finché il gip non ha imposto il carcere sulla base di «sintomi di un’attuale e accresciuta pericolosità sociale». La 17enne non ha mai fatto chiarezza sui motivi che l’hanno spinta a uccidere la madre, con cui viveva senza il padre, che vive all’estero e non l’avrebbe mai riconosciuta. A chiamare i soccorsi quella notte era stata proprio la ragazza, che all’operatore del 112 aveva detto: «Venite subito, ho ammazzato mia madre». In un primo momento, la 17enne aveva raccontato che la madre si era uccisa ingoiando troppi farmaci. Poi, davanti alla procuratrice Claudia Caramanna, non è più riuscita a mentire: «Le ho stretto le mani attorno al collo finché non ha smesso di respirare», ha confessato la ragazza. Secondo quanto raccontato dai vicini, la 17enne aveva un rapporto conflittuale con sua madre, che spesso sfociava in litigi e urla che duravano per tutto il giorno. Pare invece che il marito di Teresa Spanò sia andato via di casa subito dopo la nascita della figlia.


Nella foto: il tribunale dei minori di Palermo


Leggi anche: