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Vladimir Putin: «Il gruppo Wagner? Legalmente non esiste!»

14 Luglio 2023 - 08:56 Redazione
vladimir putin yevgeny prigozhin
vladimir putin yevgeny prigozhin
Il presidente della Russia: non abbiamo una legge per le organizzazioni militari private

Secondo Vladimir Putin il gruppo Wagner semplicemente non esiste. Almeno dal punto di vista giuridico. Il presidente della Russia ha rilasciato un’intervista al quotidiano Kommersant. Parlando per la prima volta del suo incontro al Cremplino con Yevgeny Prigozhin, pochi giorni dopo l’ammutinamento del 24 giugno. «Ebbene, la Wagner non esiste!», ha esclamato Putin rispondendo al giornalista del Kommersant che gli chiedeva se il gruppo rimarrà come una unità di combattimento. E ancora: «Non abbiamo una legge per le organizzazioni militari private! Semplicemente non esiste!», ha aggiunto. Per poi concludere: «C’è un gruppo, ma legalmente non esiste!».

Una questione separata

Per il presidente della Russia «si tratta di una questione separata rispetto alla legalizzazione vera e propria. Ma è una questione che dovrebbe essere discussa dalla Duma di Stato, dal governo. Non è una questione semplice». Il leader russo ha poi parlato pubblicamente per la prima volta dei temi affrontati durante l’incontro al Cremlino a cui hanno partecipato 35 comandanti della Wagner, incluso Prigozhin. L’incontro è avvenuto il 29 giugno, solo cinque giorni dopo il fallito ammutinamento. «Cosa è successo veramente?», ha chiesto Putin rispondendo a una domanda sull’incontro.

L’incontro con Prigozhin

«Tutto è molto semplice e ovvio per la società russa. I combattenti di Wagner hanno combattuto con dignità, quindi… Il fatto che siano stati coinvolti in questi eventi è deplorevole …», ha aggiunto riferendosi alla rivolta guidata da Prigozhin. «Durante l’incontro ho valutato da un lato ciò che avevano fatto sul campo di battaglia (in Ucraina) e dall’altro ciò che avevano fatto durante gli eventi del 24 giugno», ha spiegato il presidente russo. «In terzo luogo, ho mostrato loro le possibili opzioni per il loro ulteriore servizio, compreso l’uso della loro esperienza di combattimento».

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