Migranti, «Soccorse 11 imbarcazioni con circa 485 naufraghi in pericolo». L’allarme di Sea Watch

La ong: «Abbiamo imbarcato sulla nostra nave 52 persone e la Guardia Costiera, che si dirigeva a Lampedusa, ci ha invece assegnato il porto di Trapani: troppo lontano per il nostro assetto, ma faremo il possibile»

«Non possiamo permettere che un nuovo sequestro lasci senza un assetto di soccorso le persone in pericolo nel Mediterraneo». Sono le parole della ong Sea Watch pubblicate in un comunicato su Twitter, denunciando che nella giornata di ieri, 14 luglio, Aurora, l’assetto veloce di Sea Watch, «si è trovata a operare in un’area del Mediterraneo in cui erano presenti decine di imbarcazioni in difficoltà» e «grazie alle segnalazioni dell’aereo di Pilotes Volontaires l’equipaggio di Aurora è riuscito a individuare 11 imbarcazioni con circa 485 persone a bordo in totale». La ong, ricostruendo l’intervento di soccorso, spiega che «l’equipaggio di Aurora per ore ha cercato di stabilizzare la situazione distribuendo giubbotti di salvataggio e utilizzando zattere gonfiabili in attesa dell’intervento delle autorità italiane che hanno poi soccorso diverse imbarcazioni». Ma i soccorsi si sono resi più complicati con l’arrivo della notte, anche a causa del porto assegnato alla ong dalla Guardia Costiera per l’attracco: «Dopo avere ricevuto indicazione dalla Guardia costiera, l’equipaggio ha imbarcato 52 persone da due natanti in grave difficoltà, tra loro 19 donne e 19 minori, di cui 14 non accompagnati e un neonato di un mese. Mentre le motovedette della guardia costiera si dirigevano a Lampedusa, ad Aurora è stato assegnato il porto di Trapani, distante 15 ore di navigazione. Un porto troppo lontano per il nostro assetto, ma che cercheremo lo stesso di raggiungere senza mettere in pericolo la salute delle persone soccorse». 


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