Prigozhin detta l’agenda della nuova Wagner: «In Ucraina una disgrazia, non combattiamo più. Ora in Bielorussia, poi partiremo per l’Africa» – Il video

Il capo della milizia sembra ricomparire in un video che lo mostra spronare i suoi a nuove missioni: «Qui ci hanno accolti come eroi e fratelli»

«Benvenuti ragazzi! Benvenuti nella terra di Bielorussia!». Ha le sembianze e la voce di Yevgeny Prigozhin l’uomo che esorta un gruppo di commilitoni a concentrarsi su nuovi compiti e missioni, in un video pubblicato su Telegram dal servizio stampa dell’ex capo di Wagner. Se la sua identità fosse confermata – molte delle frasi pronunciate rafforzano l’ipotesi – sarebbe questa la prima riapparizione dell’ex «cuoco di Putin» dopo la fallita ribellione contro i vertici dell’esercito russo dello scorso 24 giugno. Fatto salvo un messaggio audio condiviso a meno di 48 ore dal clamoroso ammutinamento per spiegarne le ragioni, e alcuni altri messaggi audio emersi ai primi di luglio, ma di data non verificabile, Prigozhin non si era più fatto vedere pubblicamente per settimane. Anche se erano circolate voci insistenti, confermate dallo stesso presidente di Minsk, sul suo arrivo in Bielorussia, secondo l’apparente «salvacondotto» concordato nelle ore concitate del golpe con Vladimir Putin. Nel Paese di frontiera, unico alleato formale nella regione della Russia, sarebbero arrivati via via nelle scorse settimane anche un numero imprecisato di combattenti della milizia privata caduta in disgrazia agli occhi del Cremlino. E proprio in Bielorussia, con ogni probabilità nell’area di Tsel, dove sarebbe stata aperta la principale nuova base di Wagner, sembrano essere state girate le immagini del video, di cui non è certa la data. «Abbiamo combattuto con dignità! Abbiamo fatto molto per la Russia», dice colui che appare essere Prigzohin ai commilitoni riuniti nel campo sul far della sera. Per poi passare all’attacco, rievocando i toni delle settimane precedenti all’ammutinamento: «Ciò che sta accadendo ora al fronte è una disgrazia, nella quale noi non dobbiamo prendere parte. Dobbiamo aspettare il momento in cui potremo provare pienamente ciò che valiamo».


Le prospettive per il gruppo Wagner

Ecco il piano per la milizia, dunque: «Per questo è stata presa la decisione di stazionare qui in Bielorussia per qualche tempo. Sono certo che durante questo tempo faremo dell’esercito bielorusso il secondo più grande al mondo. E se ce ne sarà bisogno, li difenderemo. Voglio chiedere a tutti di prestare attenzione al fatto che i bielorussi ci hanno accolto non solo come degli eroi, ma come dei fratelli». Ciò non significa che non ci potranno essere tuttavia, presto o tardi, nuove missioni o trasferimenti. «Dovremo prepararci, migliorarci e prepararci a un nuovo viaggio in Africa. Forse ritorneremo (in Ucraina, ndr) quando saremo certi che non ci verrà chiesto di prestarci a esperienze per noi stesse imbarazzanti».


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