Sono due soldati Usa i vandali che hanno imbrattato la Basilica Palladiana di Vicenza: uno aveva ancora la vernice

Un graffito rosso era apparso una settimana fa su una delle colonne del palazzo Rinascimentale

Un tag rosso vinaccia era apparso sei giorni fa sulla pietra bianca di una colonna della Basilica Palladiana di Vicenza. Le ricerche erano partite subito e ora i colpevoli sono stati individuati. Rischiano fino a 5 anni di reclusione e 15 mila euro di multa per aver danneggiato un monumento storico, riconosciuto bene nazionale. Si tratta di due militari statunitensi di stanza alla caserma “Del Din” della città veneta. Gli autori, che nella notte tra il 19 e il 20 luglio hanno imbrattato l’edificio rinascimentale simbolo della città, hanno 23 e 29 anni. A farlo sapere, in un incontro alla presenza della stampa tenutosi proprio in piazza dei Signori, è sato il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, accompagnato dal vicecomandante della Polizia locale Nives Pillan. Uno dei due vandali – il 29enne – era ancora in possesso della vernice utilizzata per lasciare la propria firma sulla colonna che marca l’angolo tra Piazza dei Signori e Piazzetta Palladio. Nell’ambito del fascicolo penale aperto sui due ragazzi, la vernice è stata sequestrata, mentre si attende di sapere se anche le autorità statunitensi apriranno un procedimento d’indagine.


I video e il restauro

Per l’identificazione sono state fondamentali le telecamere installate dal comune nella zona, così come quelle di diverse attività commerciali, che hanno ripreso i volti dei due soldati. La coppia, poco prima, aveva lasciato un graffito simile su un totem informativo in piazza Matteotti, vicino al teatro Olimpico. per dare un nome ai volti le autorità italiane, tra cui quelle della caserma, hanno collaborato con quelle statunitensi dello U.S. Department of Army Criminal Investigation Division. Nei video si vede il 29enne effettuare l’imbrattamento, mentre il 23enne rimane più lontano a fare da palo. I due erano entrati nella piazza da da Contra’ Santa Barbara. È già al lavoro la Soprintendenza alle Belle Arti, ma per riportare la colonna allo stato inziale servirà un processo lungo e prudente, per evitare che rimangano macchie visibile anche a lavoro ultimato. Al momento non ci sono stime dei costi della pulizia dell’ennesimo danno lasciato su un monumento storico del nostro Paese, dopo gli sfregi al Colosseo.


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