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Famiglie arcobaleno, l’annuncio di Beppe Sala: «Milano riprende trascrizione degli atti di nascita dei figli di due papà» – Il video

03 Agosto 2023 - 17:50 Ygnazia Cigna
Il sindaco ha chiarito «per la prima volta sarà il Comune a poter valutare sui cosiddetti atti ulteriori, che certificano chi è il padre biologico e il percorso che la famiglia ha intrapreso»

«Il Comune di Milano potrà finalmente riprendere la trascrizione degli atti di nascita di minori nati all’estero con due papà, anche se con la sola indicazione del genitore biologico». Ad annunciarlo è Giuseppe Sala con un video su Facebook. Il sindaco spiega che si tratta di una decisione che arriva a seguito di un quesito posto dalla giunta milanese al ministero dell’Interno dopo che è scoppiato il caos in città per lo stop ai riconoscimenti e alle trascrizioni degli atti di nascita dei bambini e delle bambine delle coppie omogenitoriali. «La risposta del ministero è stata favorevole», dice Sala. Il quesito in questione chiedeva di trascrivere in anagrafe gli atti di nascita dei bambini con due papà con riferimento almeno al genitore biologico «per evitare che il minore si trovasse in Italia – almeno nella nostra città – senza alcun atto che certificasse il legame con la sua famiglia e questo con le innumerevoli difficoltà connesse». E ha chiarito che «per la prima volta sarà il Comune a poter valutare sui cosiddetti atti ulteriori, che certificano chi è il padre biologico e il percorso che la famiglia ha intrapreso».

L’assessora: «Così sono stati discriminati i bambini finora»

«Riattiveremo la procedura per le famiglie di papà che necessitano la trascrizione dell’atto di nascita del loro bambino o bambina e ricontatteremo personalmente quelle famiglie che, rientrate a Milano verso febbraio-marzo, non si erano potute vedere riconosciute neanche questo piccolo passo e che da allora sono nel limbo tra mille difficoltà e preoccupazioni», assicura Gaia Romani, assessora ai Servizi civici e generali. Come evidenzia l’assessora, infatti, i problemi sorti a inizio anno dopo la decisione del ministero erano molti: «Dall’impossibilità di ottenere la residenza e la carta d’identità agli ostacoli nell’accesso alle graduatorie per gli asili nido», spiega Romani. Che ci tiene a ribadire come tutto questo sia stato «un evidente e insostenibile discriminazione in primis alle bambine e ai bambini».

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