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Scomparsa Kata, il racket degli affitti e le risse all’hotel Astor: cosa cercano i pm nei cellulari dei genitori

06 Agosto 2023 - 07:01 Redazione
kataleya bimba scomparsa hotel astor firenze testimone rapimento stupro
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Quattro arresti e nuove perquisizioni potrebbero portare a una svolta nelle indagini

Sono passati due mesi da quando Kataleya Alvarez ha fatto perdere le sue tracce dall’hotel Astor di Firenze e ancora la nebbia non si è diradata intorno alle responsabilità sulla sua scomparsa. Dopo aver ascoltato, anche più di una volta, le decine di occupanti della struttura e aver raccolto il loro dna, ieri la Direzione distrettuale antimafia del capoluogo toscano ha arrestato quattro persone, tra le quali lo zio materno della bambina di 5 anni. E ha poi proceduto alla copia forense dei cellulari di Miguel Angel Ramon Chicllo Romero e Kathrina Alvarez. Gli inquirenti sono convinti che la scomparsa sia «maturata all’interno dei rapporti conflittuali che sono sfociati in aspre contese nell’ambito dell’occupazione abusiva dell’hotel Astor», come si legge nel decreto che ha permesso di acquisire i telefoni dei genitori di Kata. Ed è per questo motivo che è stato arrestato zio Dominique, nell’inchiesta parallela sul racket degli affitti nella struttura occupata.

L’arresto dello zio

Due inchieste parallele, non sovrapposte, è quello che sottolinea il legale di Abel Alvarez Vasquez. «Mi limito a osservare», ha detto l’avvocato Elisa Baldocci «che il procedimento penale nei confronti del mio assistito riguarda un caso diverso da quello del rapimento. È indagato per altri fatti, non perché abbia a che fare con la sparizione di Kata». Dominique, insieme ad altri tre, è accusato di aver gestito il racket delle stanze tra il novembre 2022 e il maggio 2023, anche in maniera violenta, con vedette appostate sui tetti, guardiani agli ingressi e “vigilanza” interna, tutto finalizzato alla riscossione delle mensilità con le quali le famiglie si potevano garantire la permanenza all’Astor.

I cellulari

Poi c’è l’altra inchiesta, quella sulla scomparsa di Kata, che secondo il procuratore aggiunto della Dda Luca Tescaroli non è indipendente dall’altra: «Gli arresti e le perquisizioni si collocano nel percorso investigativo per individuare gli autori del sequestro di Kata», ha evidenziato. Secondo gli inquirenti le settimane precedenti al sequestro sono state caratterizzate da minacce e pestaggi, «vere e proprie faide tra i parenti della famiglia Alvarez e gruppi di peruviani, ecuadoregni e romeni che occupavano l’hotel per il possesso e la gestione illecita delle stanze per le quali erano richieste some di denaro». Dopo averli sentiti più volte, gli inquirenti hanno ora chiesto e ottenuto il sequestro dei cellulari dei genitori della bambina. Il sospetto è che la coppia abbia tenuto nascoste informazioni importanti, ricevute dopo il rapimento, che avrebbero deciso di non condividere con gli investigatori. I pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda che coordinano le indagini puntano ora a scoprire attraverso la copia forense dei dispositivi se Miguel Angel Ramon e Kathrina hanno ricevuto, anche da terze persone, messaggi sui social o in chat, oppure mail, che potrebbero chiarire una volta per tutte quanto successo il 10 gennaio scorso.

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