No! Lo strumento in questa foto non crea celle temporalesche

Si parla ancora di cloud seeding, ma ci sono dubbi sulla sua efficacia

«Un creatore di celle temporalesche a terra». Questa la definizione presente su diversi post su Facebook che molti utenti associano a uno strano oggetto in un campo. Una torre con dispositivi elettrici e cavi la cui funzione non è immediatamente chiara, ma una cosa è certa: lo strumento e il cloud seeding non possono creare celle temporalesche.

Per chi ha fretta:

  • Una foto di uno strumento di cloud seeding viene condivisa sostenendo sia la causa di celle temporalesche.
  • Il cloud seeding è un tecnica che punta ad aumentare la quantità di precipitazioni che cadono su una determinata area fornendo nuclei di agglomerazione per l’acqua.
  • Ci sono subbi sulla sua efficacia, ma si sostiene che il cloud seeding non incrementi le precipitazioni più del 15%
  • Le celle temporalesche si formano dal movimento delle masse d’aria, non per agglomerazione.

Analisi:

Di seguito vediamo uno screenshot di uno dei post oggetto di verifica.

Con una ricerca immagini inversa è possibile risalire al sito dove appare l’immagine, che è lo stesso inserito nel link del post. La pagina è quella di una compagnia che produce dispositivi per il cloud seeding, la Ice Crystal Engineering. Nel sito si legge: «Il cloud seeding è usato per cambiare la quantità o il tipo di precipitazione che cade dalle nubi disperdendo nell’aria particelle che alterano il processo microfisico interno alla nuvola». Sebbene la compagnia presenti il cloud seeding come una pratica consolidata e dagli effetti sicuri, le cose non stanno esattamente così.

Cos’è il cloud seeding o inseminazione delle nuvole

L’obiettivo del cloud seeding è dare alle precipitazioni dei nuclei di condensazione, degli appigli attorno ai quali possano nascere degli agglomerati che poi precipitano al suolo. La tecnica è nata negli anni ’40 e nel tempo la scelta sul materiale delle particelle è ricaduta sullo ioduro d’argento, dato che si lega molto bene alle molecole d’acqua. Altre sostanze molto usate sono il ghiaccio secco e il cloruro di sodio. Tra i vantaggi della tecnica ci sono la possibilità di incrementare la quantità di pioggia e di migliorare la qualità dell’aria, dato che le precipitazioni trascinano con sé anche gli inquinanti. Tra gli svantaggi c’è soprattutto l’alto costo del metodo. È stata usata in Italia, in Cina e negli Usa, tra gli altri Paesi. Recentemente si è parlato del caso del Messico.

Il cloud seeding funziona?

Fondamentale è tenere presente che al momento non ci sono prove che il cloud seeding abbia effetti drastici. Molti esperti non sono nemmeno certi che funzioni, mentre i più ottimisti sostengono che possa aumentare fino al 15% la quantità di precipitazioni. Difficilmente, quindi, potrebbe portare a violenti temporali, dato che questi sono formati dalla differenza di direzione, temperatura e umidità delle masse d’aria che interagendo formano i cumulonembi. Tantomeno a supercelle, che, come spiegato su il Meteo.it, si formano per differenze di pressione, e non per agglomerazione. Citiamo il processo di formazione di un temporale da MeteoGuidonia.

Come si forma un temporale?

«La formazione di un temporale presuppone la presenza di un’elevata umidità dell’aria nella troposfera. Nel caso di temporali dovuti alla grande calura le alte temperature al suolo provocano la formazione di bolle d’aria calda che vengono spinte verso l’alto. Si formano così dei cumuli in cui si condensa il vapore acqueo presente nell’aria. Per effetto della condensazione si libera calore, permettendo alle masse d’aria (correnti ascensionali) di salire ulteriormente. Alla base e ai lati della nube viene aspirata aria calda,formando la tipica nube a forma di cavolfiore (cumulus congestus) di notevole sviluppo verticale (fino a 10’000 m). Non appena la nube raggiunge le parti alte della troposfera, (temperature sotto i – 20°C), le gocce d’acqua ghiacciano. A queste altitudini aria fredda e secca viene immessa nella nube. Di conseguenza la nube si raffredda dando avvio a una corrente discendente. A questo punto la nube si trasforma in una nube temporalesca (cumulonembo). In questa fase le correnti ascensionali, mantengono le gocce d’acqua all’interno della nube o le spingono verso l’alto. Le correnti discensionali trasportano le gocce d’acqua verso il basso: si produce così uno scroscio di pioggia e, in casi estremi, grandine».

Conclusioni

Una foto di uno strumento di cloud seeding viene condivisa sostenendo sia la causa di celle temporalesche. Il cloud seeding è un tecnica che punta ad aumentare la quantità di precipitazioni che cadono su una determinata area fornendo nuclei di agglomerazione per l’acqua. Ci sono subbi sulla sua efficacia, ma si sostiene che il cloud seeding non incrementi le precipitazioni più del 15%. Le celle temporalesche si formano dal movimento delle masse d’aria, non per agglomerazione. In sintesi: lo strumento e il cloud seeding non possono creare celle temporalesche.

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