Il ministro Urso e il caro-benzina: «La colpa è delle società di raffinazione, non dei gestori»

Il responsabile del Made in Italy difende la tassa sugli extraprofitti: c’è già in Europa

Il problema del caro benzina «non riguarda i gestori». Lo sostiene il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in un’intervista a La Stampa. Nella quale sostiene che la marginalità maggiore venga applicata «dalle società di raffinazione, cui abbiamo già chiesto spiegazioni. Per riassumere, non c’è un allarme e abbiamo già individuato qual è la criticità». Secondo l’esponente del governo Meloni le compagnie di raffinazione «stanno applicando margini francamente eccessivi». Urso parla anche della misura sugli extraprofitti delle banche: «È già praticata in Europa». In paesi come la Spagna. E «una misura simile è in discussione in Gran Bretagna, che è il regno delle banche in Europa». E ancora: «Forse se ci fosse stata più responsabilità questa misura non sarebbe stata necessaria». E questo perché, ricorda il ministro, «è stata fatta notare più volte l’anomalia per cui le banche stavano godendo dei benefici derivanti dall’innalzamento dei tassi ma non avessero di riflesso aumentato la remunerazione dei conti correnti e dei conti di deposito». Infine, sul fronte taxi, «il percorso intrapreso porta finalmente ad avere più licenze, da subito, con regole certe». L’obiettivo del governo è quello «di avere fino al 20% di licenze in più. Resta chiara la previsione di aumento delle licenze, che è ovviamente il vero fattore importante». Ma i tassisti restano sul piede di guerra. «Siamo in un paese democratico e ascoltiamo tutti», assicura il ministro, per il quale, poi, gli Ncc sono «una possibile risorsa e non un problema».


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