Malesia, continua la guerra del governo contro la comunità Lgbt+ e Swatch: 3 anni di carcere a chi indossa o vende orologi arcobaleno

A maggio le forze di sicurezza avevano fatto irruzione nei negozi e sequestrato 172 prodotti: l’azienda svizzera aveva fatto causa

Tre anni di carcere. È questa la pena a cui rischia di andare incontro chi indossa o vende orologi con i colori dell’arcobaleno, inclusi quelli ideati dal marchio svizzero Swatch, in Malesia. Ad annunciarlo è il ministero dell’interno del Paese che con una nota ha comunicato il divieto nell’ambito di una più ampia battaglia contro i simboli e le immagini che fanno riferimento alla comunità Lgbtqia+ accusati di «essere dannosi e nuocere alla morale». In Malesia i diritti delle persone arcobaleno sono del tutto inesistenti. L’omosessualità è considerata un crimine per la legge, le persone transgender vengono arrestate per «violazione delle norme che governano la pubblica decenza», la discriminazione contro le persone queer è all’ordine del giorno e le organizzazioni che promuovono questi diritti sono soggette a restrizioni e repressione.


La guerra tra Swatch e il governo malese

La guerra in corso tra la Malesia e la Swatch è cosa nota. Già lo scorso maggio, l’unità delle forze dell’ordine della Malesia, che fanno capo al ministero dell’Interno, ha fatto irruzione nei negozi Swatch di 11 centri commerciali – inclusa la capitale Kuala Lumpur – alla ricerca di orologi che avevano elementi riconducibili al mondo lgbtqia+. L’azienda, dal canto suo, non è rimasta con le mani in mano. A giugno ha avviato una causa contro il governo malese per aver sequestrato 172 orologi color arcobaleno che – hanno denunciato – «non erano in alcun modo in grado di provocare turbamenti dell’ordine pubblico o della morale o violazioni della legge, ma erano semplicemente un’espressione divertente e gioiosa di pace e amore». Un’azione legale che pare non aver avuto alcun effetto perché ora chiunque «stampa, importa, produce o ha in suo possesso» questo tipo di oggetti rischia una pena detentiva fino a 3 anni di carcere o una multa di 20.000 ringgit malesi (circa 4.000 euro).


Leggi anche: