La foto di Saviano e la promessa di Zan: il dolore degli amici e della politica per la morte di Michela Murgia

«Fino alla fine non ha smesso di mostrarci un mondo migliore, fatto di rispetto, amore, comunione e condivisione», ha scritto Monica Cirinnà

Era malata da tempo e lo aveva annunciato pubblicamente con un’intervista al Corriere della Sera in cui ha rivelato che l’incipit del suo ultimo libro Tre ciotole è autobiografico: «È il racconto di quello che mi sta succedendo. Diagnosi compresa. Dal quarto stadio non si torna indietro», disse Michela Murgia ad Aldo Cazzullo riferendosi al carcinoma renale che le era stato diagnosticato. Da quel giorno ha raccontato sui social la sua malattia ma soprattutto è riuscita a realizzare quello che aveva programmato. Ossia il matrimonio, prima quello necessario, poi quello voluto e desiderato, parlando e mostrando la sua famiglia queer. Giovedì 10 agosto, la scrittrice e attivista femminista è morta a Roma a 51 anni e in poco tempo i social si sono riempiti di ricordi e di messaggi di affetto, cordoglio, dolore e amore. Tutti per Murgia, che nel 2009 era diventata un caso editoriale con Accabadora e da allora non ha mai risparmiato la sua voce sui diritti civili e sulle tematiche femministe, neanche nelle ultime settimane in cui la malattia si era fatta più feroce.


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