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Maranello, conto da 845 euro per tigelle e affettati fa infuriare il gruppo. I titolari costretti allo sconto: «Hanno mangiato tantissimo»

12 Agosto 2023 - 17:10 Redazione
Erano in 24, tra i quali 11 bambini. Il gestore del chiosco ha preferito abbassare il prezzo finale per mettere fine al caos che si era creato

Doveva essere una cena senza impegno ma si è trasformata in un salasso. Mentre continuano le polemiche per i sovrapprezzi discutibili applicati da baristi e ristoratori in questa estate, dal supplemento per il cucchiaino a quello per il taglio del toast, a Maranello, un gruppo di 24 persone si è trovato di fronte un conto di 845 euro dopo una cena a base di tigelle, gnocchi fritti e taglieri di salumi. Fatta la divisione, veniva fuori un prezzo pro capite di 35 euro, inclusi gli 11 bambini presenti, alcuni dei quali «molto piccoli», come hanno fatto notare i commensali ai gestori del chiosco in provincia di Modena. «Tutto dipende dalle quantità», hanno risposto i ristoratori, secondo cui i clienti avrebbero «mangiato tantissimo». Ma i clienti non hanno gradito e hanno iniziato a protestare, tra chi è andato al bancone, chi ha alzato la voce e chi ha minacciato di chiamare la Guardia di Finanza.

«Una scena mai vista»

Così, «per quieto vivere», i titolari hanno deciso di stornare 260 euro dal conto, portando così la cifra dovuta a 585 euro. Poco di più di 24 euro a testa, o 45 euro per ciascuno degli adulti. Tutto dipende dalla qualità degli ingredienti, da quanto sostanziosi fossero i taglieri, e dalla presenza o meno dei prezzi in esposizione. Fatto sta che i commensali sono andati via scontenti, mentre qualcuno ancora minacciava di chiamare i finanzieri. D’altro canto, i gestori del locale hanno parlato alla stampa modenese di «una scena mai vista in sedici anni di attività», con la tavolata che avrebbe «mangiato di tutto e di più, finché tutti sono rimasti con la pancia piena». La titolare ha detto che sono stati serviti 12 taglieri di affettati, e ha ammesso di aver «abbassato il prezzo per quieto vivere, per far cessare il caos che si era generato».

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