Twiga, la furia di Flavio Briatore contro il Corriere per il body shaming dei clienti (e la risposta)

L’imprenditore si lamenta per gli “Insulti”. La replica: pensi ai bagni sporchi

Flavio Briatore non ci sta. L’imprenditore non ha gradito per niente l’articolo di Fabrizio Roncone sul Corriere della Sera con argomento Twiga. E in particolare gli ha dato fastidio il body shaming nei confronti dei clienti. Non quindi la parte più interessante del pezzo. Ovvero i conti in tasca sulla concessione balneare. Che dicono che «con l’incasso relativo a un solo cliente, che per l’intero mese di agosto ammonta a 18.600 euro, il Twiga paga il canone d’affitto che deve allo Stato per la concessione annuale della spiaggia: 17.619 euro. Il resto è un fatturato che oscilla tra gli 8 e i 9 milioni». Per questo oggi l’imprenditore scrive al quotidiano. Ma la replica dell’autore dell’articolo forse lo farà arrabbiare ancora di più.


La lettera di Briatore

La lettera di Briatore: «Gentile direttore, a Ferragosto è uscito un articolo sulla sua testata riguardo il Twiga di Forte dei Marmi. Sorvolo sul tono sarcastico e sui contenuti volutamente “montati” e in certi casi assolutamente falsi, relativi alla qualità dei nostri servizi e della nostra struttura, perché francamente non ho nulla di cui scusarmi. La migliore risposta la danno il successo e i risultati che ogni stagione otteniamo e la nostra clientela, che ci segue e ci apprezza. Vorrei invece fare una considerazione: trovo fuori luogo e incivile che il Corriere abbia fatto “body shaming” verso i clienti del nostro stabilimento, al fine di “colorire” il proprio articolo: “La madre ha un viso da quarantenne montato su un corpo da settantenne”; “Sergio detto Sergione per la pinguetudine incipiente”; “la signora anziana della tenda accanto si stende chiedendo però che non le venga sfiorato il viso tirato da una ragnatela di fili sottocutanei”; “un tipo con la pancia gelatinosa legge la Guida Michelin”. In America un body shaming del genere, soprattutto da parte di una testata mediatica di tutto rispetto, avrebbe causato una denuncia, con conseguenze gravi su giornalista e testata. Infierire sui clienti di una spiaggia per il loro aspetto fisico non è giornalismo».


La replica di Roncone

La risposta di Fabrizio Roncone, autore dell’articolo: «Gentile Briatore, lasci stare il body shaming, è un tema importante che introduce senza alcun motivo: perché le eventuali vittime – qui non ci sono – devono essere identificate con nome e cognome. Piuttosto, parlando seriamente: ci è costato un botto di soldi, però al Twiga ho trascorso assolutamente ore strepitose tra giraffe, Ferrari e parvenu. Peccato solo per qualche disservizio, ad esempio i bagni: sporchi e con le serrature sfondate. Ma se è ancora a Montecarlo e non ha avuto modo di verificare, le invio volentieri tutte le foto».

La proprietà del Twiga

Nell’articolo Roncone ha raccontato che per entrare al Twiga attualmente c’è bisogno della prenotazione. Ogni tenda costa 600 euro al giorno. L’apertura risale al 2001. All’epoca tra i soci c’erano Daniela Santanchè, Paolo Brosio e Davide Lippi, il figlio dell’allenatore. Santanchè ha annunciato di aver venduto le quote senza dire a chi. Il segreto (di Pulcinella) è durato lo spazio di mezza giornata: le ha conferite (a pagamento) al suo compagno Dimitri Kunz e proprio a Briatore. Anche Lippi e Brosio nel frattempo si sono sfilati. Attualmente l’azionariato di Twiga s.r.l. è composto da:

  • Majestas Sarl, proprietaria di una quota del 56,925% del capitale;
  • Thor s.r.l., titolare della nuda proprietà di una quota pari al 22,05% del capitale;
  • Thor s.r.l., titolare di una quota del 3,75% del capitale (quella appena venduta da Immobiliare Dani);
  • Modi s.r.l., proprietaria adesso del 7,275% del capitale (sempre dopo la vendita di Santanchè);
  • Bruno Thierry Sebastien Michel, che possiede il 10% del totale.

La Majestas Sarl è naturalmente la società lussemburghese di Briatore e Francesco Costa. Il quale detiene le sue partecipazioni nel Twiga così come del Billionaire di Porto Cervo, di Crazy Pizza e di una dozzina di altre società tra Italia, Montecarlo ed Emirati Arabi. Ma, ha fatto sapere ieri il Corriere, se si affitta una tenda le bottiglie d’acqua sono gratis.

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