Parlamentari di Italia Viva a cena al Twiga con Santanchè. Renzi: «Non mi importa dove vanno a mangiare Bonifazi o Richetti»

Il leader di Italia Viva ribadisce l’intenzione di restare all’opposizione. Anzi, rivendica che il suo gruppo è «l’unico a fare un’opposizione vera, seria, non ideologica»

Un annuncio lampo, sui social, e una conferenza stampa convocata a stretto giro, che viene trasmessa sempre sui social. La mattina del primo agosto, mentre Raffaele Fitto alla Camera presenta la rimodulazione del Pnrr, Matteo Renzi chiama a sé i giornalisti, a Palazzo Madama. «È arrivato il momento di farsi sentire e fare chiarezza», scrive. «In queste ore, i problemi geopolitici sono impressionanti, dall’Ucraina all’Africa, dal Medio Oriente al Sud-est asiatico. Le difficoltà del ceto medio italiano crescono, tra inflazione e benzina, tra liste di attesa e tasse. Eppure sembra che la politica italiana parli di fuffa, del niente. Sono veramente sorpreso. Ma anche per questo è arrivato il momento di farsi sentire. Mettere i puntini sulle “i” e dare una mano, sul serio, facendo finalmente chiarezza». Con qualche minuto di ritardo, parte la diretta: «L’aumento della benzina non dipende solo dal governo, ma il governo ha tolto lo sconto sulle accise messo dall’esecutivo Draghi e messo soldi, su forte pressione di Claudio Lotito, alle società di calcio di Serie A. Quindi, domando ad Adolfo Urso, sono le società di Serie A che meritano i denari o il ceto medio?», afferma, ripercorrendo l’attacco fatto ieri al senatore di Forza Italia nella sua classica newsletter. Poi passa ad analizzare tre punti.


La riforma costituzionale per l’elezione del presidente del Consiglio

Inizia da una proposta che depositerà, afferma, al Senato: è un vecchio cruccio di Renzi, l’elezione diretta del presidente del Consiglio. «Io firmo qui davanti a voi un disegno di legge di riforma costituzionale che il governo Meloni non ha avuto la forza di fare in nove mesi. Il governo Meloni ha un grande consenso nei sondaggi, ma non sta facendo niente delle cose promesse in campagna elettorale. Il governo chiacchiera, chiacchiera, ma non fa questa riforma costituzionale. Allora la presento io: elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri in Costituzione. In caso di dimissioni, morte o impedimento del premier, il presidente della Repubblica scioglie le Camere». Renzi ricorda che questa proposta era inclusa nel programma elettorale del Terzo polo e sottolinea: «Questa proposta di legge su elezione diretta del premier, a parole ha il consenso di maggioranza e di parte delle opposizioni. Il primo agosto, noi la mettiamo agli atti. Vogliamo discuterne tutto il mese di agosto? Noi ci siamo». Il secondo punto affrontato dal leader di Italia Viva riguarda la polemica sulla chiusura dei lavori parlamentari, nel mese di agosto. «Il presidente Ignazio La Russa è stato criticato per aver concesso cinque settimane di vacanza ai senatori. Ma come sapete, queste decisioni le prendono i capigruppo».


Accorciare le ferie ai senatori per approvare legge contro il dissesto idrogeologico

Ed è la premessa per sollecitare i colleghi parlamentari a presentarsi, nelle Camere, qualche giorno in più ad agosto: «Svelo un segreto. Si fanno troppe settimane di ferie in Senato perché non ci sono proposte di legge. Il primo disegno di legge che abbiamo presentato in questa legislatura è per la lotta al dissesto idrogeologico e per il ripristino di Casa Italia: se il Parlamento ha voglia di lavorare si cancellano le ferie, si viene qui martedì e mercoledì e in due giorni si vota questa proposta e si dimostra che c’è voglia di lavorare». Rivolgendosi a La Russa, il leader di Italia Viva lo esorta a ridurre da cinque a quattro settimane le ferie, «con quattro settimane le ferie si fanno lo stesso». Terzo punto, il salario minimo. «La proposta sul salario minimo di Giuseppe Conte, Cgil e altri è assolutamente rispettabile, ma io non la condivido per un motivo semplice: è previsto un fondo pubblico per fare il salario minimo. Vai ad aumentare le tasse di tutti gli altri lavoratori. Io oggi firmo qui la partecipazione al lavoro per una governance di impresa partecipata dai lavoratori. Vuol dire che se fai un bel guadagno a fine anno, detasso l’utile se va in tasca ai lavoratori. È uno strumento molto potente contro le disuguaglianze».

La commissione d’inchiesta sul Covid e la conferma di voler restare all’opposizione

Prima di lasciare spazio alle domande dei cronisti, Renzi prova ad anticipare un paio di questioni. Una riguarda le accuse di spostare il suo partito sempre più nell’alveo del centrodestra. «Quando mi sento dire che noi stiamo appoggiando il governo rispondo che siamo gli unici a fare un’opposizione vera, seria, non ideologica». L’altro tema, che negli scorsi giorni ha causato ulteriori divergenze con gli alleati di Azione e ha visto la deputata Elena Bonetti prendere le distanze da Renzi, è l’istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare sul Coronavirus. «Trovo sacrosanto rispettare l’articolo 82 che disciplina le modalità delle commissioni di inchiesta. Se qualcuno pensa che non servano vada a parlare con i famigliari di David Rossi. Il discorso di Sergio Mattarella è stato impeccabile, a chi vuole strumentalizzarlo dico che mai immaginerebbe di interferire in un dibattito parlamentare in corso: condividiamo che la commissione debba avere i limiti previsti dalla Costituzione. Se davanti al Covid nessuno ha voglia di indagare sul perché sono entrati i soldati russi, con quali criteri sono state decise le chiusure», e l’elenco continua.

Cene al Twiga, candidatura di Cappato e rientro di Zaki

Renzi respinge le accuse per la partecipazione dei deputati Francesco Bonifazi e Maria Elena Boschi a una cena al Twiga, insieme alla ministra Daniela Santanchè: «Non mi interessa dove vanno a cena Bonifazi o la Boschi, né dove va Matteo Richetti. Mi interessa che Bonifazi e Boschi portino avanti in Aula le proposte per gli italiani. Questa storia ricorda quello che facevano i grillini prima maniera, parafrasando Pasolini parlerei di “grillismo degli antigrillini”», ironizza. E lancia una critica al mondo della stampa sullo spazio dato alla notizia della Consulta, che gli ha dato ragione per una parte della vicenda Open: «Spero che la prossima volta le sentenze della Corte costituzionale abbiano lo stesso spazio delle cene di Bonifazi». Tra le altre risposte fornite da Renzi, una riguarda la candidatura di Marco Cappato alle elezioni suppletive per il seggio occupato da Silvio Berlusconi, nel collegio Monza-Brianza. «Decideremo i nomi a settembre. Comunque, Cappato è capace di grande battaglie, anche se non sempre le condivido. Dobbiamo però capire se l’obiettivo è vincere o partecipare. Se è partecipare Cappato ha un grande capacità, se l’obiettivo è vincere non lo so». Infine, uno spunto sul rientro di Patrick Zaki in Italia: «Ho considerato un successo politico la chiusura della vicenda Zaki. Ho fatto i complimenti alla presidente del Consiglio. Zaki ha un debito di riconoscenza nei confronti di Giorgia Meloni. L’operazione con al-Sisi l’ha chiusa Meloni, con l’aiuto di tante persone, ma l’ha chiusa lei».

Il video della conferenza stampa

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