Quei 700 mila euro spariti dal conto in comune nella storia tra Massimo Segre e Cristina Seymandi

Il 22 agosto i due si vedranno in tribunale. Intanto il giudice ha sequestrato tutto

Ci sono 700 mila euro che ballano nel caso di Massimo Segre e Cristina Seymandi. La prossima settimana la coppia ha un appuntamento in tribunale. I due infatti avevano un conto in comune. Ma, scrive oggi La Stampa, Seymandi avrebbe preso la somma di 700 mila euro da quel conto. Girandoli su un suo conto personale. Lui se ne sarebbe accorto tempo fa. E avrebbe presentato un’istanza a Palazzo di Giustizia. Nel frattempo il conto è stato chiuso e il denaro sequestrato. «Inaudita altera parte», è il termine giuridico. Significa che il giudice per ora ha agito sulla base della documentazione presentata da una delle due parti, senza ascoltare la versione dell’altra. Martedì 22 agosto, davanti alla giudice Gabriella Ratti, Seymandi potrà dire la sua.


Il giudizio

Negli ultimi tempi i due si sono parlati attraverso lettere ai giornali. Segre ha sostenuto che il discorso alla festa di fidanzamento con la “Signora Seymandi” serviva a tutelarlo. Perché lei avrebbe potuto raccontare altro per spiegare la fine della loro storia. Seymandi ha risposto che Segre aveva programmato tutto per umiliarla. Ha rintuzzato le accuse di tradimenti e ha detto che l’anello di fidanzamento era sparito da 15 giorni proprio perché Segre aveva programmato tutto. All’inizio di agosto il video della festa con il discorso di Segre è diventato virale portando a galla in tutta Italia questa storia torinese. Mentre Segre è anche sotto inchiesta in un’indagine sulla sua azienda Directa, accusata di aver agito da banca senza avere le autorizzazioni. Ma la vicenda dei 700 mila euro è cominciata soltanto pochissimi giorni fa. Ratti è giudice del tribunale delle imprese a Torino.


Dopo la festa

Soltanto dopo la festa Segre avrebbe segnalato ai giudici i 700 mila euro spostati dal conto. Il provvedimento del giudice è d’urgenza. Tra la richiesta e la decisione possono passare al massimo 15 giorni. Nel frattempo il Garante della Privacy ha aperto un’istruttoria sul video pubblicato su YouTube. E lei ha fatto sapere di aver incaricato alcuni avvocati per tutelarsi. Il reputation manager Luca Poma è sceso in campo per lei. Seymandi vuole anche rimanere a lavorare nelle aziende di Segre. Nel filmato anche lui aveva ventilato questa possibilità. Segre siede nel cda della società editrice del quotidiano Domani ed è presidente della Fondazione Ricerca Molinette Onlus, ente no profit che si occupa di salute e che nacque sotto la spinta di sua madre, che ne fu la prima presidente. Anche l’ormai ex fidanzata Seymandi ha un ruolo nella onlus. Ricopre l’incarico di consigliere di amministrazione e segretario generale.

La tregua legale

L’edizione torinese di Repubblica scrive che per il momento il pool di avvocati delle due parti lavorano per mantenere una tregua «fino alla fine dell’estate». E aggiunge che ai legali dell’imprenditrice non risultano azioni civili dalle quali doversi difendere. Trattandosi di un procedimento cautelare d’urgenza (l’istituto giuridico normato dall’articolo 700 del Codice di procedura Civile) è improbabile che se l’udienza è stata fissata non si sia avvertita una delle parti. L’ appuntamento sarebbe fissato per «la prossima settimana» nelle aule di Corso Vittorio Emanuele II.

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