Bocciato alla Maturità, il Tar in Veneto lo rimanda dai prof: «Promuovetelo col minimo»

Lo studente era stato ammesso agli esami con 36/100 e un commento positivo degli insegnanti. All’orale però aveva fatto sostanzialmente scena muta

Mentre per migliaia di studenti si avvicina il giorno del ritorno a scuola, spunta un altro caso di un esame di maturità che finisce nelle aule di tribunale. Il protagonista questa volta è un 19enne veneziano, che lo scorso anno ha sostenuto l’esame all’istituto tecnico Levi-Ponti di Mirano (Venezia), indirizzo manutenzione e assistenza tecnica. Nel luglio 2022, racconta oggi Il Messaggero, il ragazzo è stato bocciato alla maturità con un punteggio di 54/100, sei punti sotto la sufficienza. Ora però, a più di un anno di distanza, il Tar del Veneto ha ribaltato la decisione: il giovane va promosso. E la scuola, rea di non aver motivato a dovere la decisione, deve assegnargli il diploma con il voto di 60/100. Quando il 19enne è stato ammesso alla maturità con 36 punti accumulati tra i crediti dell’ultimo triennio, il giudizio dei suoi professori era comunque buono: «Nel complesso lo studente è riuscito a raggiungere gli obiettivi didattici mostrando conoscenze articolate e abilità essenziali». I problemi semmai sono nati all’esame orale.


L’orale di maturità e il doppio ricorso

Nell’ultimo colloquio che lo separa dall’assegnazione del diploma, il 19enne raccoglie dalla commissione un misero 5 su 25. Un punteggio «illogico e contraddittorio», secondo il giovane, che decide di non ripetere l’anno e presentare ricorso. In appello, il Consiglio di Stato impone alla scuola una rivalutazione della prova orale, ma i professori confermano la bocciatura. Questa volta nel verbale si scrive che il ragazzo era andato male anche nella seconda prova scritta e che all’orale aveva fatto scena muta alle domande sulle materie di indirizzo e di inglese. Lo studente impugna anche la seconda bocciatura davanti al Tar, che gli dà ragione.


La motivazione dei giudici

Scrivono i giudici: «La commissione non ha tenuto conto dell’oggettivo miglioramento che caratterizzando l’andamento scolastico avrebbe dovuto essere contrapposto agli esiti non sempre soddisfacenti della prova d’esame, peraltro inficiata dallo stato d’ansia che avrebbe pervaso il candidato». Da qui dunque la decisione di annullare la bocciatura e imporre alla scuola di modificare il voto di maturità dello studente 19enne da 54 a 60, il minimo richiesto per ottenere la sufficienza e il diploma. «Si tratta di un caso emblematico. Il ministro Giuseppe Valditara dice che i giudici non devono decidere nel merito, ma questi rappresentano l’ultimo baluardo di fronte a ingiustizie di questo genere», ha commentato Andrea Michielan, avvocato del ragazzo.

Credits foto: ANSA/Alessandro Di Marco | Esame di maturità al liceo Alfieri di Torino (21 giugno 2023)

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