Caivano, giovedì la visita di Giorgia Meloni al Parco dell’orrore. La speranza di don Patriciello: «Ora lo Stato porti qui strutture e servizi»

La premier aveva annunciato ieri la determinazione ad andare sul luogo teatro delle violenze per «offrire sicurezza alla popolazione e bonificare l’area»

Si terrà dopodomani, giovedì 31 agosto, la visita della premier Giorgia Meloni al Parco Verde di Caivano, teatro dei ripetuti abusi contro le due ragazzine di 11 e 12 anni che hanno inorridito l’Italia intera. Lo ha annunciato lo stesso estensore dell’invito, don Maurizio Patriciello, parlando con i giornalisti a poco più di un’ora dalla partenza del corteo di solidarietà con le due cuginette, alle 18 di oggi dalla sua parrocchia. «Sono tanto speranzoso. Vediamo cosa accadrà dopo la visita», ha proseguito don Patriciello, in una Caivano presidiata dalle forze dell’ordine. «Penso che Giorgia Meloni verrà qua con delle proposte concrete», ha aggiunto il sacerdote, spiegando che nel quartiere dove opera da anni «le povertà sono tante: alla porta della parrocchia c’è anche chi bussa perché non ha la possibilità di acquistare un litro di latte per i propri figli». Ecco perché «lo Stato qui ci deve essere, con le strutture ed i servizi mai realizzati in un quartiere che a mio giudizio non doveva mai nascere».


Gli appelli alla premier del sacerdote e della famiglia

A prendere carta e penna e scrivere a Meloni nei giorni scorsi, incoraggiandola a visitare Caivano, era stato nei giorni scorsi don Patriciello stesso. C’è bisogno, le aveva scritto, di «non lasciare soli i bambini di questo quartiere. Oggi c’è un clima di morte e di deserto: la gente ha paura. Ma io sono un credente, sono condannato alla speranza». E nel primo giorno di piena operatività a Palazzo Chigi dopo le vacanze, ieri, Meloni gli aveva risposto, preannunciando la sua visita. «L’obiettivo del governo è bonificare l’area: per la criminalità non esistono zone franche», aveva detto la premier, confermando il proposito di «accogliere l’invito di don Patriciello a recarmi sul posto», e aggiungendo che la sua «non sarà una semplice visita: offriremo sicurezza alla popolazione. Il centro sportivo deve essere ripristinato e reso funzionante il prima possibile». «Ringrazio Dio e ringrazio la Meloni» per aver accettato l’invito, aveva replicato soddisfatto don Patriciello: «ha mostrato sensibilità. Da credente ringrazio il Signore che ci dà la forza di andare avanti e di non arrenderci». Ma a scrivere alla premier era stato nei giorni scorsi anche la madre di una delle bambine vittime delle ripetute violenze sessuali da parte di ragazzi della zona. L’obiettivo, in questo caso, chiedere al governo di lavorare a una legge in grado di proteggere le vittime di violenze, pedofilia e prostituzione assieme alle loro famiglie. «Presidente, siamo nelle sue mani: ci porti via da questo inferno», aveva scritto la donna nell’accorato appello preparato insieme all’avvocato Angelo Pisani.


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