Giappone, la scorpacciata di pesce crudo del premier per convincere la Cina: «Le acque di Fukushima sono sicure» – Il video

Dopo lo sversamento delle acque dalla centrale nucleare Fumio Kishida ha consumato coi suoi ministri branzino, polpo e sogliole del posto. «Pesce sicuro e squisito», ha garantito.

«Un pesce sicuro e squisito». Così il premier giapponese Fumio Kishida ha definito le specialità ittiche pescate al largo di Fukushima e consumate insieme ad altri ministri a favore di telecamere. Un gesto pubblico, rivolto all’opinione pubblica non solo interna, per tentare di dimostrare ancora una volta e coi fatti che le acque radioattive trattate dopo l’incidente nella centrale nucleare di Fukushima del 2011 e riversate in mare nei giorni scorsi dalle autorità nipponiche non hanno più alcun effetto nocivo. La decisione aveva scatenato l’ira funesta dei Paesi vicini, soprattutto della Cina, che aveva accusato Tokyo di una scelta «egoista e irresponsabile» e, dopo aver invitato al boicottaggio del pesce giapponese, ha deciso di chiudere tout court alle importazioni di tali prodotti. Un danno economico, oltre che d’immagine, che il Paese del Sol Levante decisamente non può permettersi, considerato che la Cina è il suo primo mercato di esportazioni. Ecco spiegata dunque la scorpacciata di mare a favore di telecamere di Kishida e dei suoi colleghi di governo. Nel menu del «pranzo di Fukushima», una varietà di specialità del posto: dal branzino alla sogliola sino al polpo, mangiati crudi in stile sashimi, accompagnati dal riso locale oltre che da carne di maiale, verdure e frutta di stagione. Per risalire la china dopo il cortocircuito ambientale-diplomatico, Kishida ha anche promesso che entro la fine di questa settimana presenterà un piano di sostegno per le associazioni di pescatori penalizzati dal bando cinese, dopo aver già approvato nei giorni scorsi due fondi separati, uno da 30 miliardi di yen e l’altro da 50 (188 e 313 milioni di euro rispettivamente), per sopperire al danno di immagine dell’industria ittica locale e assistere i pescatori a nord est dell’arcipelago nel mantenimento delle loro attività.


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