A quasi due anni e mezzo dalla morte della giovane Saman Abbas, il padre della ragazza uccisa a Novellara (Reggio Emilia) torna in Italia: dopo il via libera del Pakistan alla sua estradizione, l’aereo con a bordo Shabbar Abbas è decollato da Islamabad. A prenderlo in consegna all’aeroporto della capitale pakistana è stato il personale del servizio per la cooperazione internazionale di polizia insieme ai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia. L’arrivo del volo che porterà Abbas in Italia è previste per le prime ore di domattina, 1° settembre, all’aeroporto di Roma Ciampino. Espletate le formalità burocratiche, di qui l’uomo sarà preso in consegna dalla Polizia penitenziaria e portato nella casa circondariale di Roma in attesa della definitiva traduzione in un carcere emiliano, a disposizione dei giudici. L’uomo è accusato infatti di aver ucciso la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021 la figlia Saman insieme alla moglie Nazia Shaheen (ancora latitante), al fratello Danish Hasnain, ai nipoti Nomanulhaq Nomanulhaq e Ijaz Ikram. La giovane, come noto, si opponeva ad un matrimonio combinato.
Gli indizi, l’arresto, l’estradizione: un iter travagliato
Gli indizi a carico dei cinque famigliari della giovane, attualmente a processo, furono raccolti a costituire un pesante quadro di responsabilità entro poche settimane dalla sparizione della ragazza nelle campagne di Novellara. Il 20 e il 28 maggio 2021 furono emesse nei loro confronti ordinanze di custodia cautelare in carcere dal Gip. Ma si dovette attendere a lungo prima che dal Pakistan giungessero segnali di rilievo. Shababr fu arrestato nel suo Paese il 15 novembre 2022, pochi giorni prima che in Italia venisse trovato il corpo di Saman: le autorità di polizia pachistane diedero esecuzione alla Red Notice-Interpol (richiesta d’arresto ai fini estradizionali). Al termine di un lungo procedimento giudiziario l’Alta Corte Pakistana, il 4 luglio 2023, ha giudicato applicabile la procedura di estradizione attivata dall’Italia a carico di Shabbar Abbas. Sulla scorta del giudizio dell’Alta Corte, il 29 agosto il governo pakistano ha infine dato l’assenso all’invio in Italia dell’uomo.
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