Brandizzo, lo sfogo di Antonio Massa, l’addetto Rfi: «Ho schiantato cinque vite»

L’uomo ha parlato con i magistrati prima di finire sotto indagine. Davanti alle domande, riporta La Stampa, sarebbe lui a raccontare di aver anticipato verbalmente il permesso di aprire il cantiere

«Ho schiantato cinque vite, penso solo a quei ragazzi». Antonio Massa, 49 anni, preposto da Rfi al controllo e all’avvio del cantiere sui binari di Brandizzo, è disperato. Sarebbe questo il suo sfogo, raccontato da La Stampa, nelle chiamate ricevute dai colleghi. La procura indaga su di lui ma non è ancora chiara la dinamica dei fatti che hanno portato alla morte dei cinque operai nella strage di Brandizzo. «Ha vent’anni di esperienza sui binari, è uno scrupoloso, non può aver commesso un errore simile. Forse gli hanno dato una comunicazione sbagliata. Mi rifiuto di pensare che abbia fatto andare gli operai al lavoro senza avere l’autorizzazione», commenta al quotidiano torinese chi lo conosce da tempo.


Il colloquio con i magistrati e l’indagine

Massa, originario di Foggia, residente a Grugliasco, non è uomo superficiale. Tutt’altro. Giovedì è stato sentito dai magistrati. Mentre racconta sarebbe stata la procuratrice Gabriella Viglione, a precisare che il colloquio va sospeso. «Si fermi, dobbiamo nominarle un avvocato d’ufficio». Ovvero «da questo momento lei è indagato». Tutto ruota a quegli undici vagoni, che Massa riteneva fossero già passati. «Pensavo che quel treno fosse già passato, ne ero praticamente certo». I pm insistono: «Lo ha visto o lo pensava?». Replica: «No, non l’ho visto direttamente». Davanti alle domande, riporta La Stampa, sarebbe lui a raccontare di aver anticipato verbalmente il permesso di aprire il cantiere.


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