Lotta alla criminalità minorile, il governo pensa a nuove misure: Daspo urbano e avviso orale del questore

La maggioranza studia un nuovo pacchetto sicurezza dopo i fatti di Caivano, Palermo e Napoli

Dopo le violenze di Palermo e di Caivano e l’uccisione del musicista Giovanbattista Cutolo a Napoli, tra i casi più efferati delle ultime settimane, la maggioranza sta pensando a delle misure contro la criminalità minorile da introdurre nel nuovo pacchetto sicurezza, previsto per settembre. Non è ancora chiaro se verranno introdotte con un decreto legge o un disegno di legge, ma è possibile che verranno già discusse nel prossimo Consiglio dei ministri di giovedì 7 settembre. Le novità più importanti dovrebbero riguardare l’introduzione del Daspo urbano e l’avviso orale del Questore anche per i minorenni. Dall’omicidio di suo figlio, la madre del 24enne Cutolo, ha chiesto a più riprese al governo di impegnarsi per l’abbassamento dell’età imputabile e la certezza della pena. Una richiesta avanzata anche telefonicamente alla premier Giorgia Meloni, come ha raccontato la donna a Estate in diretta. «Un sedicenne che spara a sangue freddo, da killer, va giudicato come un adulto», ha ripetuto al programma di Rai 1. La maggioranza starebbe studiando di estendere il Dacur – Divieto di accesso alle aree urbane – anche alla fascia d’età 14-18 anni, e così anche l’avviso orale del questore, che prevede la convocazione della persona ritenuta pericolosa in questura – e nel caso dei minori d’età con i genitori, che potrebbero non essere a conoscenza del comportamento dei figli – con l’invito a mantenere una condotta conforme alla legge e la possibilità di adottare alcune restrizioni. Nel pacchetto sicurezza dovrebbe essere previsto anche l’arresto in flagranza per reati legato al mancato porto d’armi o il possesso di armi atte ad offendere. Tra gli altri provvedimenti, anche pene più severe per chi aggredisce le forze dell’ordine e la facilitazione dell’espulsione per i migranti irregolari che hanno commesso determinati crimini. Allo studio anche la fattibilità della proposta della ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, per l’introduzione di restrizioni all’accesso ai siti pornografici per i minorenni, attraverso la certificazione dell’età.


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