Napoli, lo sfogo della madre del musicista ucciso: «Se a 16 anni esci di casa per sparare non sei un ragazzino: serve una pena esemplare» – Il video

La donna si appella a Mattarella e a Meloni. E come fatto da suo marito attribuisce parte delle responsabilità al «Far West» di Napoli

Indossa la maglietta di suo figlio, assassinato con dei colpi di pistola da un 16enne. Si è spruzzata il suo deodorante, «per sentire che è ancora qui con me». Questa mattina, 1° settembre, Daniela Di Maggio si trova in piazza Municipio, a Napoli. È andata a rendere omaggio nel luogo dove, il giorno precedente, Giovanbattista Cutolo è stato ammazzato. Il musicista di 24 anni è stato investito dai proiettili dopo una discussione per un parcheggio. E come dichiarato da suo marito, anche Di Maggio attribuisce parte della responsabilità alla società napoletana: «Napoli è diventata una città violentissima, un Far West». Con ammirevole compostezza, che tuttavia non riesce a celare il dolore, racconta così quanto accaduto a due passi dal Comune: «Si sono incontrate le due Napoli che non si appartengono. Da un lato il bello, la musica, l’arte, la solidarietà verso gli altri, l’impegno a tutto campo rappresentati da mio figlio. Dall’altro la Napoli di questo balordo dei Quartieri – Spagnoli -, che magari vive dietro simboli quali TikTok, droga e orrori in cui è immerso dalla mattina alla sera, a partire dai bassi in cui si muove, unità abitative subumane».


Di Maggio invoca anche un cambiamento nel codice penale, ritenendo che l’omicida, 16enne, vada giudicato alla stregua di un adulto: «Dicono che è stato un minore. Io questa cosa non la posso sopportare perché anche se hai solo 16 anni ed esci con una pistola funzionante in tasca non puoi non avere contezza del male che puoi fare», sottolinea. «Perciò, chiedo a tutte le istituzioni che bisogna cambiare assolutamente le leggi. Per tutti i ragazzi che restano, per gli amici di mio figlio, che non meritano di restare uccisi anche solo per un problema di viabilità. Io questo, da mamma, non lo posso accettare più». La madre della vittima annuncia battaglia affinché l’omicida subisca una pena, parole sue, esemplare: «Per Giovanbattista, mio figlio, mi farò anche a pezzi perché al ragazzo accusato dell’omicidio venga inflitta una pena esemplare: uno che esce di casa con una pistola, benché abbia soli 16 anni, non è un bambino ma una persona brutale».


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