Immigrazione, l’allarme di Frontex: «Nel 2024 sbarchi ancora in aumento». I flussi nel Mediterraneo e i consigli per “frenarli”

Il rapporto sui rischi dell’agenzia Ue: inflazione e contrazione globale pesano su Paesi di origine e transito. Prepararsi all’impatto

Mentre l’Italia è alle prese con un numero di sbarchi record da inizio anno, tale da mettere il sistema nazionale d’accoglienza sotto inaudita pressione, come denunciano da settimane ministri e amministratori locali, dalle autorità Ue arrivano una nuova allerta per il prossimo anno: nel 2023-24 i flussi migratori nel Mediterraneo non faranno che intensificarsi. Prepararsi a un possibile ulteriore aumento di sbarchi, insomma. A dirlo è Frontex, l’agenzia dell’Unione europea per il controllo delle frontiere esterne, nel rapporto di analisi sui rischi per l’anno che verrà. Sulla scorta di una serie di fattori macroeconomici globali – in primis la contrazione globale e l’inflazione persistente – la situazione socio-economica in una serie di Paesi di origine e di transito potrebbe infatti peggiorare, segnala Frontex, portando con ogni probabilità a un aumento dei flussi migratori verso l’Europa. Le rotte più trafficate verso il Vecchio Continente saranno in primis le due già note, quelle dei «viaggi della speranza» via mare, dal Mediterraneo centrale o da quello orientale.


Come cambiano i viaggi verso l’Europa

«Parte di questo fenomeno sarà probabilmente l’uso crescente dei corridoi dalla Turchia, dal Libano e dalla Siria verso il Mediterraneo centrale», segnala il rapporto. «Questo fenomeno sarà esacerbato dall’aumento dei collegamenti aerei tra le due aree geografiche, che hanno già portato alla registrazione di migranti, come i siriani, tradizionalmente presenti solo nel Mediterraneo orientale, sulle rotte provenienti dalla Libia». «Ai flussi verso nord dalla Libia e dalla Tunisia – spiega ancora Frontex -si aggiungerà un numero crescente di migranti nordafricani e da vari Paesi subsahariani, i cui Paesi devono affrontare previsioni economiche, di sicurezza, di diritti umani e climatiche preoccupanti per il 2023/2024». Ma i governi europei avrebbero modo di porre un freno a queste dinamiche? Non è escluso, concede l’agenzia Ue, che cita tra i «fattori che mitigano i flussi di migranti irregolari» in particolare «una maggiore cooperazione attraverso il Mediterraneo e un rinnovato impegno bilaterale e multilaterale per consentire alle autorità dei Paesi terzi di prevenire il traffico di migranti sul loro territorio».


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