Addio al regista Giuliano Montaldo, morto a Roma a 93 anni

Attore e sceneggiatore, 16 dei suoi film furono musicati da Ennio Morricone, tra i quali Gli intoccabili e Sacco e Vanzetti

È morto nella sua abitazione a Roma Giuliano Montaldo, regista, sceneggiatore e attore. Nato a Genova nel 1930, aveva 93 anni. Montaldo ha firmato film di successo e ha lavorato con alcuni dei più grandi artisti della sua epoca. Si è spento con la moglie Vera Pescarolo accanto, la figlia Elisabetta e i suoi due nipoti Inti e Jana Carboni. La cerimonia funebre sarà privata. Appena 14enne, Montaldo venne rastrellato dai nazifascisti in Liguria e deportato sul fronte a sud. Dopo essere riuscito a scappare, si unì alla Resistenza nel Gruppo di Azione Patriottica (Gap) della sua città. A 21 anni esordì come attore in Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani con Gina Lollobrigida, lavorò ad altre produzioni e tre anni più tardi fu tra gli interpreti di Cronache di poveri amanti con Marcello Mastroianni. Come attore prese parte a una ventina di film, diretti, fra gli altri, da Luciano Emmer, Francesco Maselli, Elio Petri, Valerio Zurlini, Margarethe von Trotta, Nanni Moretti, Carlo Verdone e – per ultimo – da Francesco Bruni in Tutto quello che vuoi che nel 2018 gli valse un premio David di Donatello per la sua interpretazione. Il suo esordio alla regia lo fece nel 1961 con Tiro Al Piccione che, restaurato dalla Cineteca Nazionale, fu presentato nel 2019 alla Mostra del cinema di Venezia. Sedici dei suoi film furono musicati da Ennio Morricone, facendo di Montaldo il regista con cui il compositore ha collaborato più volte. In carriera diresse, tra gli altri, Gli Intoccabili (1969) con John Cassavetes, Sacco e Vanzetti (1970, con Gian Maria Volonté) che valse a Riccardo Cucciolla il premio per il miglior attore protagonista al festival di Cannes del 1971, Giordano Bruno (1973) ancora con un immenso Gian Maria Volonté e con Charlotte Rampling, L’Agnese Va A Morire (1976) con una superba interpretazione di Ingrid Thulin, Gli Occhiali d’Oro (1987), tratto dal romanzo omonimo di Giorgio Bassani, con Philippe Noiret, Rupert Everett, Stefania Sandrelli e Valeria Golino, fino al suo ultimo film da regista scritto con Andrea Purgatori, L’Industriale (2011) con Pierfrancesco Favino, film vincitore di innumerevoli riconoscimenti fra cui 4 Globi d’oro della stampa estera. Nel 1982 firmò il kolossal per la tv in 8 puntate Marco Polo, prodotto da Rai e Nbc, ma curò anche la regia per grandi teatri nazionali ed internazionali di celebri opere liriche fra cui Turandot (1983), Il Trovatore (1990), Otello (1994), Nabucco (1997) e Tosca (1998), presentata allo Stadio Olimpico di Roma. Dal 1999 al 2009 fu il primo presidente di Rai Cinema e nel 2016 per un anno presiedette l’Accademia del Cinema Italiano-Premi David di Donatello. Nel 2002 fu nominato Cavaliere di Gran Croce dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.


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