Chiara Tramontano, lo sfogo sull’ultima foto della sorella Giulia: «Perché quello non è un abbraccio di solidarietà»

La sorella della 29enne vittima del femminicidio di Senago interviene per la prima volta sui social per commentare quel frame, descritto finora come un gesto di solidarietà

A più di tre mesi dall’omicidio di Giulia Tramontano, la ragazza di 29 anni al settimo mese di gravidanza uccisa a Senago dal compagno Alessandro Impagnatiello, è la sorella della vittima a rompere il silenzio e parlare per la prima volta sui social. «Ho sempre rifiutato di rilasciare interviste o messaggi di ricordo di mia sorella – scrive Chiara Tramontano in un post pubblicato su Facebook -. C’è una cosa che non tollero: sentirvi dire che l’ultimo abbraccio di Giulia con l’amante del suo compagno sia un lume di solidarietà in questa storia buia». Il riferimento è alla foto diffusa per la prima volta nei giorni scorsi in cui si vede la 29enne uccisa lo scorso maggio abbracciare la ragazza con cui Impagnatiello aveva una relazione parallela. «Lascio qui la mia opinione – aggiunge la sorella della vittima – perché ho bisogno di gridarla affinché quel frame catturato dalle telecamere possa essere osservato con gli occhi della verità».


Quale storia si nasconde quindi dietro quell’abbraccio? Lo spiega Chiara Tramontano: «Mia sorella si è avvicinata al suo interlocutore con le braccia cadenti lungo il corpo. Viene avvolta da un abbraccio che NON ricambia. Giulia NON abbraccia la donna che si è intrufolata in casa sua ricoprendo il ruolo dell’amante. E ciascuno di noi avrebbe fatto la stessa cosa», precisa la donna su Facebook. «La verità – aggiunge Chiara Tramontano – è che si sta cercando una morale inesistente nella tragedia che ha sconvolto le nostre vite. La solidarietà è altro, ha diverse tempistiche ed é mossa dal bene». Infine, un messaggio rivolto alla sua sorella: «Cara Giulia, mi manchi tutti i giorni. Mi manchi come la pace che non ho più. Come la rabbia che mi annega. Come le ingiustizie che mi inghiottiscono. E forse mi avresti detto, se fossi stata in vita, di lasciare stare, ma non avrebbe funzionato. Non ti ha salvato l’amore e la solidarietà, ma le mie unghie difenderanno il tuo ricordo per sempre».


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