Europee 2024, l’ira della Lega contro Weber per la (ri)apertura ai socialisti: «Scelta assurda dopo cinque anni di fallimenti»

L’intervista al Corriere del leader del Ppe spiazza la Lega, che ora teme di essere tagliata fuori anche nella prossima legislatura Ue

Per tutta l’estate, il presidente del Partito popolare europeo ha lanciato segnali ambivalenti verso le famiglie della destra europea. Se da un lato ha rimarcato la differenza tra Giorgia Meloni e gli altri partiti del gruppo dei Conservatori di cui lei è leader, dall’altro ha fatto intendere che la prossima legislatura dell’Europarlamento dovrebbe essere di nuovo guidata dalla maggioranza attuale. Ovvero, Manfred Weber sembra propiziare «un’intesa» con socialisti e liberali. Lo ha ribadito nella sua ultima intervista, rilasciata oggi al Corriere. A domanda esplicita su un possibile cambio di equilibri a Bruxelles, ha replicato: «Quanto alla maggioranza futura, bisogna tenere presente che i leader di Spagna e Germania sono socialisti, il presidente francese è liberale e il Ppe è il primo partito in Europa: credo sia ovvio che i tre partiti debbano sedersi insieme». Ma nel mirino di Weber non ci sono soltanto la formazione tedesca di Alternative für Deutschland o il polacco Diritto e giustizia di Morawiecki. Il leader dei popolari è stato forse addirittura più netto nella chiusura al gruppo Identità e democrazia, del quale fanno parte la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen. La leader francese, tra l’altro, sarà ospite d’onore alla festa del Carroccio a Pontida, i prossimi 16 e il 17 settembre.


L’ira della Lega

La partecipazione di Le Pen a Pontida ha fornito l’assist al vicepremier Antonio Tajani per chiarire ancora una volta la posizione di Forza Italia e del Ppe sulle alleanze in Europa: «A casa sua Salvini può fare quello che gli pare. Ci mancherebbe. La Lega ha la sua famiglia politica e Le Pen ne fa parte. Noi facciamo parte di un’altra famiglia politica e Le Pen non sarà mai una nostra alleata continua». La tensione tra i due principali partner del governo Meloni rischia di riverberarsi anche sul campo della politica nazionale. E oggi da Bruxelles, 11 settembre, è arrivata una bordata della Lega contro i popolari e il loro leader: «Come se una legislatura di scelte sbagliate, occasioni mancate e politiche fallimentari non fosse abbastanza, Weber in questi giorni arriva a riproporre l’alleanza coi socialisti? Emblematico che Weber stesso abbia ricordato come il Ppe abbia sostenuto 32 dei 34 provvedimenti del Green Deal, garantendo supporto politico a provvedimenti inefficaci e dannosi dettati da sinistre e Verdi. Oggi, dopo che la maggioranza Ursula è venuta più volte meno alla prova dei fatti in Aula, per i litigi e le sue forti divisioni interne, è assurdo che Weber insista con la strategia suicida dell’accordo con quelle forze politiche che in questi anni hanno promosso un’agenda ideologica ed estremista che va a colpire imprese, lavoratori e famiglie, portando un continente alla deriva della stagflazione e condannandolo a lunghe crisi sociali e a un processo di deindustrializzazione». La nota del Carroccio è firmata dagli europarlamentari Marco Zanni e Marco Campomenosi.


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