Mattarella sui morti sul lavoro: «Lavorare non è morire: le vittime dimostrano che non facciamo abbastanza»

La lettera-appello del capo dello Stato alla ministra del Lavoro Elvira Calderone

«Lavorare non è morire» dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in una lettera alla ministra del Lavoro, Elvira Calderone, in occasione dell’avvio di un corso di formazione sulla salute e la sicurezza sul lavoro. È l’occasione per il Capo dello Stato di ribadire quanto «le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza. Il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interessa». Mattarella si rivolge agli ispettori tecnici che proprio nella prevenzione devono avere un ruolo attivo: «Faccio appello alle vostre intelligenze e al vostro impegno per contrastare una deriva che causa troppe vittime. Anche da voi e dalla vostra attività dipende la vita di madri, padri, figli, lavoratrici e lavoratori che, finito il proprio turno, hanno il diritto di poter tornare alle loro famiglie. Mentre rivolgo ai nuovi ispettori tecnici il mio incoraggiamento, ringrazio gli ispettori già in servizio – che ogni giorno si spendono per intercettare le irregolarità in materia di sicurezza e garantire l’applicazione delle regole – e formulo a tutti i migliori auguri di buon lavoro». Quello del diritto al lavoro e alla salute è «tra i principi fondanti della Repubblica», continua Mattarella. «Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza. La cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro. A voi, ispettori tecnici, spetta un ruolo attivo in questo processo di garanzia e di prevenzione».


Leggi anche: