Brandizzo, la rabbia della vedova di una delle vittime: «Lasciati soli». La moglie di Gibin: «È ancora sotto shock»

Daniela Tommasiello, moglie dell’operaio Giuseppe Sorvillo, ha dichiarato di aver scoperto su Facebook che suo marito era morto

«L’ho saputo da Facebook. Erano le sei di mattina. Mi sono svegliata e ho letto i nomi dei cinque operai. Anche il suo». Così Daniela Tommasiello racconta l’alba del 31 agosto. Urlava sul terrazzo, devastata dalla scoperta: Giuseppe Sorvillo, suo marito, era tra i cinque operai morti mentre lavoravano a un cantiere ferroviario a Brandizzo (Torino). «Ci hanno lasciati soli. Tutti. E nessuno si è degnato di venire a dirmi che mio marito era morto quella notte». Erano passate circa sei ore dall’incidente quando Tommasiello ha scoperto cos’era successo lungo la stessa linea ferroviaria su cui si affaccia casa sua. Sola sarebbe anche Carmen Capellupo, moglie di Andrea Gibin, il caposquadra 53enne sopravvissuto all’incidente, se non avesse l’aiuto della suocera e della cognata. A turno stanno con Gibin, gli portano i tranquillanti. Lui è sotto shock e i medici gli hanno ordinato di non parlare della tragedia, con nessuno. «Mio marito per primo era lì con loro, ha visto tutto». Non c’entra niente, dice Capellupo.


La famiglia e il lutto

A casa Tommasiello ci sono le amiche di lei. Le fanno compagnia nella sua villetta a schiera e la aiutano coi figli di sette e nove anni. «Dov’è papà? Vogliamo rivedere papà», chiedono loro alla vigilia del primo giorno di scuola. L’istituto ha già attivato gli psicologi. Per loro, ma anche per le maestre e i compagni. Tommasiello dalle istituzioni non vuole aiuto. «Non si sono mai fatti vivi. Hanno bussato a casa nostra una volta sola, perché avevano bisogno del Dna di mio marito per capire di chi sono i resti dei corpi». La donna, 36 anni, non vuole i funerali di Stato. «Sarebbe un doppio strazio – ammette nell’intervista a cusa di Elisa Sola su la Repubblica – due cerimonie. Di cui una in pompa magna fino a Vercelli. Mentre noi vogliamo dirgli addio in pochi intimi, qui».


La colletta per la casa

Sorvillo amava il suo lavoro. Appena 24 ore prima dell’incidente aveva ottenuto un rinnovo di contratto. Con quella prospettiva aveva acquistato una casa. Ora i compaesani vogliono aiutare Tommasiello a pagarla, per toglierle il peso. La colletta è arrivata a 25 mila euro, ma l’obiettivo finale è 200 mila. «Non abbiamo bisogno di niente», ringrazia con gentilezza. «Giuseppe era entusiasta del lavoro – racconta – non aveva sentore di rischi. Era arrivato da poco. Guadagnava bene». Fino a pochi mesi fa, lui era cassiere come lei. Poi il nuovo lavoro, per pagare il mutuo: «Era raggiante». Intanto, Tommasiello cerca la forza di proseguire con la vita di tutti i giorni.

La moglie di Gibin

Esattamente come Capellupo. «Sto uscendo solo per andare in farmacia», racconta. Ma il marito è sotto shock e la situazione è difficile. Non può nemmeno guardare la televisione. Ci hanno detto che è vietato per lui leggere i giornali, vedere i telegiornali. Non sa più niente da quel giorno. E le ripeto, lo facciamo per motivi medici. Sto andando a comprargli le gocce. In casa non dobbiamo parlare di niente che lo turbi». La donna chiede solo una cosa: «Che si faccia giustizia. Anche con i video che hanno trovato. Questo serve anche a mio marito. Lui non c’entra niente, era sul binario come loro. Non erano solo colleghi, erano amici».

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