Brandizzo, l’ad di Rete ferroviaria italiana: «Sono stati presi provvedimenti: la Sigifer non lavora più nei nostri cantieri»

La ditta appaltatrice ha ribattuto: «Sigifer non ha, e non poteva avere, il controllo del traffico ferroviario»

Quello che è successo a Brandizzo, dove cinque operai sono morti dopo essere stati travolti da un treno, «è una violazione del sistema di regole con cui si devono effettuare i lavori sull’infrastruttura ferroviaria italiana». Pertanto la Sigifer (ditta appaltatrice di Rfi per la quale lavoravano i cinque uomini deceduti) «non lavora più nei nostri cantieri, sulla nostra infrastruttura. Sono stati presi provvedimenti». A parlare è l’amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi), Gianpiero Strisciuglio, nel programma Cinque Minuti di Bruno Vespa. «Il tragico incidente impone misure di questo tipo», ha aggiunto. Per poi proseguire, secondo quanto riporta la Repubblica, affermando: «Ho promesso a mio figlio che suo padre lavorerà con il massimo impegno e il massimo rigore perché non accada mai più una tragedia come questa. La gente non può andare a lavoro e non tornare a casa». E ancora: «Le attività di manutenzione sono alla base della sicurezza della nostra infrastruttura, quindi vanno effettuate in maniera inderogabile, nel rispetto delle procedura e con i tempi giusti per la lavorazione. Questa è una condizione fondamentale, centrata su condizioni di sicurezza». L’Ad ha poi affermato che «ci sono indagini in corso» sul motivo per il quale gli operai abbiano iniziato i lavori prima dell’orario consentito, ovvero la mezzanotte.


La replica

L’azienda di Borgovercelli ha ribattuto in una nota, indirizzata alla trasmissione tv Porta a Porta: «Sigifer non ha, e non poteva avere, il controllo del traffico ferroviario né sul rischio relativo all’interruzione del traffico ferroviario, che compete esclusivamente al Committente». E ha poi aggiunto: «La notte del 30 agosto non è stata garantita ai nostri operai l’interruzione della linea che è la base elementare per permetterci di lavorare. Ebbene, solo oggi, dopo avere dapprima fatto lavorare i nostri operai e poi avere impedito loro di svolgere le mansioni senza alcuna comunicazione, il committente ha notificato all’azienda la sospensione delle qualificazioni che ci consentono di lavorare da trent’anni sulle ferrovie».


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