Covid, casi triplicati in Lombardia nell’ultimo mese. Bertolaso: «Niente allarmismi ma siamo pronti» – L’intervista

Le parole dell’assessore regionale al Welfare, rilasciate a margine del Festival di Open: «Non è vero che la Lombardia ha gestito male i primi mesi della pandemia, la responsabilità era del governo»

Niente panico e niente allarmismi, ma l’attenzione nei confronti del Covid «deve restare alta». A margine del Festival di Open, che si è svolto a Parma il 15 e 16 settembre, l’assessore al Welfare Guido Bertolaso fa il punto sulla situazione epidemiologica in Lombardia. Nelle scorse settimane, i casi sono quasi triplicati e la regione è stata una delle prime ad adottare contromisure. A inizio settembre, Bertolaso ha raccomandato l’uso delle mascherine all’interno degli ospedali e delle Rsa e ha annunciato per fnie settembre l’avvio della vaccinazione contro influenza e Covid. «Qualora la situazione dovesse peggiorare», assicura in un’intervista a Open, la Lombardia è pronta a mettere in campo altre misure.


Assessore, i casi di Covid-19 stanno aumentando in tutta Italia. C’è preoccupazione in vista dell’autunno?


«Non c’è preoccupazione ma grande attenzione, come giusto che sia. Nell’arco dell’ultimo mese, i casi in Lombardia sono triplicati, ma si tratta di numeri estremamente bassi se confrontati con il 2020 e 2021. Abbiamo avuto poco più di 8mila positivi in una settimana, 190 ricoveri ospedalieri e 4 casi in terapia intensiva, ma si tratta di persone con altre patologie oltre al Covid. Noi ovviamente stiamo molto attenti, c’è il meccanismo di osservanza epidemiologica che è stato messo in piedi. I medici di famiglia e tutte le strutture fanno monitoraggio quotidiano. Noi siamo pronti in caso la situazione dovesse peggiorare. Abbiamo una serie di misure successive che possono essere utilizzate».

Nel 2020 la risposta lombarda all’emergenza sanitaria è stata oggetto di molte critiche. Cos’è cambiato oggi? La Lombardia è pronta a un’eventuale impennata di nuovi contagi?

«Ho sempre dissentito da quelle che sono state le critiche mosse alla Lombardia per la gestione dei primi mesi più tragici del Covid. All’epoca non ero assessore e quindi non posso essere accusato di parzialità. Siccome ho esperienza nella gestione delle emergenze, e siccome è noto a tutti che dal gennaio 2020 il governo ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale, a quel punto il governo nazionale si è assunto la responsabilità della situazione. Accusare la Lombardia, dunque, è una contraddizione. La verità è che la regione in quei mesi è stata lasciata sola e abbandonata a se stessa dallo Stato centrale. Oggi la situazione è molto diversa. C’è un altro governo e un’altra storia. Sono tranquillamente in grado di caricarmi addosso il fardello di gestire una nuova emergenza».

C’è sintonia con l’attuale governo rispetto alla gestione della pandemia? Ha notato qualche differenza rispetto all’esecutivo guidato da Mario Draghi?

«Con gli altri assessori regionali abbiamo una consultazione quotidiana. Per quanto riguarda il ministro della Salute, lo sento un paio di volte a settimana e abbiamo un ottimo rapporto, così come accadeva con il suo predecessore al tempo del governo Draghi. Da questo punto di vista c’è una continuità, anche per quanto l’indirizzo e le metodologie non vedo grandi differenze con questo esecutivo. La differenza semmai è che, siccome ci hanno insegnato che le regioni sono autonome nella gestione della sanità, io da assessore mi assumo direttamente la responsabilità di eventuali problemi in Lombardia. Non vado a cercare alibi».

Credits foto: OPEN/Andrea Veroni | L’assessore lombardo Guido Bertolaso sul palco durante un panel del Festival di Open a Parma (16 settembre 2023)

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